Istituzioni locali e privato sociale insieme per creare Servizi Innovativi finalizzati all’inclusione sociale
Si è svolto la scorsa settimana il primo di una serie di incontri tra il Comune di Fano, in qualità di Ente Capofila dell’Ambito Territoriale Sociale n.6, e vari soggetti del privato sociale (associazioni e cooperative) per dare avvio al progetto finanziato dai fondi del PON Inclusione che mira a promuovere servizi innovativi che, in modo concreto, favoriscano l’inclusione sociale.
Alla riunione erano presenti 25 realtà associative, ciascuna attiva in un settore diverso e ciascuna portatrice di un’esperienza significativa di impegno nella promozione del benessere sociale ed individuale, tutte motivate da un forte senso comunitario e disponibili a rafforzare la rete territoriale per realizzare interventi di sostegno alle persone e alle famiglie in difficoltà.
L’obiettivo è quello di attuare diverse azioni nell’anno corrente, partendo innanzitutto dall’ascolto e dal confronto con le realtà associative attive nei vari territori di competenza, ogni giorno a contatto con le diverse problematiche e capaci di far emergere i bisogni, anche nuovi e spesso latenti, che la comunità può esprimere, poi coinvolgendo quanti più attori possibili interessati a costruire con le istituzioni locali risposte concrete per affrontare il disagio sociale.
Questo progetto si andrà direttamente a connettere con il percorso più ampio di costruzione del Piano Territoriale Sociale che, dopo l’approvazione definitiva alcune settimane fa del Piano Sociale 2020-2022 da parte delle Regione, l’ATS 6 dovrà riprendere, dopo la sosta forzata per l’emergenza Covid-19, con la riattivazione dei gruppi o tavoli di lavoro.
In particolare il progetto si aggancerà al gruppo dell’inclusione sociale e la mappatura dei bisogni e dei servizi attivi, l’animazione sul territorio e la comunicazione, in varie forme, delle attività e dei risultati ottenuti, oltre che l’accompagnamento e la formazione degli operatori nella comunità, potranno ancor meglio valorizzare il lavoro che l’Ambito Sociale sta già facendo e che farà per attuare interventi che favoriscano la coesione sociale.
“In tutto ciò – chiarisce l’Assessore Tinti – l’ente pubblico, in forza delle proprie prerogative, ha un fondamentale ruolo di regia e di coordinamento delle dinamiche già in atto a livello territoriale sul fronte del welfare per valorizzare le diverse esperienze e promuovere percorsi di dialogo e di condivisione al fine di creare sinergie fra competenze e sensibilità differenti”
“L’obiettivo – prosegue la Dott.ssa Galdenzi – è quello di connettere questo progetto con le finalità del Piano di zona, perciò supportando il lavoro che l’Ambito ha iniziato a fare sul territorio e testando sul campo il welfare di comunità come metodologia. Ad oggi esistono 4 gruppi di lavoro dell’ATS n.6 (Inclusione, Salute mentale, Non auto sufficienza, Famiglia) tavoli che si fanno con le realtà territoriali per mappare tutti i bisogni del territorio attraverso più competenze, per la costruzione di percorsi e metodi di lavoro virtuosi e funzionali”.
“Questo progetto – conclude Tinti – esprime in maniera efficace il concetto di welfare di comunità: la costruzione del benessere sociale non può prescindere dall’apporto di tutti i soggetti che animano una comunità, in un’ottica di sempre maggiore interazione, integrazione e corresponsabilità tra istituzioni ed attori locali del privato sociale”