JAZZ E FOLK SCOZZESE: FERGUS McCREADIE A FANO JAZZ BY THE SEA

Nella sua esplorazione dei nuovi suoni del jazz contemporaneo, la XXXI edizione di Fano Jazz By The Sea fa tappa in Scozia, da dove proviene il pianista Fergus McCreadie, che con il suo trio, con David Bowden al contrabbasso e Stephen Henderson alla batteria, sarà ospite venerdì 28 del main stage allestito alla Rocca Malatestiana (ore 21.30).

Sempre nell’arco della stessa giornata sono in scaletta appuntamenti alla Pinacoteca San Domenico e al Jazz Village. A San Domenico, alle 18.30, la violinista Virginia Sutera si produrrà in una solo performance nell’ambito della sezione “Exodus – Gli echi della migrazione”. Al Jazz Village, invece, doppio evento con il quintetto del sassofonista marchigiano Marco Postacchini (ore 19.45) e con Archivio Futuro (ore 23).

Fergus McCreadie

Fergus McCreadie, classe 1997, è uno dei più interessanti giovani talenti della scena jazzistica britannica e internazionale: con la sua miscela di jazz e musica folk scozzese ispirata ai paesaggi del suo paese, sta catturando i cuori e le menti del pubblico di tutto il mondo. Senza dubbio è una futura star. È l’unico musicista non classico ad essere stato selezionato dalla BBC come artista di nuova generazione del 2022. Sempre lo scorso anno ha ricevuto il JazzFM Award come strumentista dell’anno e il suo ultimo lavoro discografico Forest Floor è stato insignito del premio Scottish Album of the Year, oltre ad aver ottenuto una nomination ai Mercury Prize. Pubblicato dalla Edition Records con immediato successo di critica, Forest Floor ha raggiunto la vetta delle classifiche jazz e blues del Regno Unito. Fergus McCreadie ha una profondità innata, un talento e un’espressione naturale che comunicano ben oltre i suoi anni. La sua capacità di passare da un suono pieno e radioso a un’immobilità tranquilla e leggera in un momento, è semplicemente mozzafiato. Sebbene la sua musica sia costruita sulle tradizioni popolari con cui è cresciuto, è la versatilità del ritmo e del colore, dalle sfumature più delicate all’energia più alta, ad affascinare. Con Forest Floor, Fergus McCreadie ha sviluppato la propria estetica illustrando i cambiamenti che le stagioni producono in una foresta: una percezione che ha alimentato il concept dell’album e che esprime appieno il legame tra il pianista e la natura della sua Scozia. Il che conferisce alla sua musica un enorme fascino che va oltre il jazz e la musica stessa.

Virginia Sutera

Da sempre interessata alla creazione del linguaggio musicale e all’interazione della musica con le altre arti, Virginia Sutera trae la propria linfa espressiva vitale nel creare musica nello stesso momento in cui la sta suonando. Il suo solo è quindi sperimentazione nel qui ed ora del suono nell’istante: l’improvvisazione è l’essenza stessa del progetto. A partire dalle suggestioni offerte dal luogo in cui la performance si svolge, composizione e esecuzione coincidono nello stesso momento. Attiva con vari progetti – tra cui il duo con il pianista Ermanno Novali, ANSER e il collettivo Tuscany Music Revolution – Virginia Sutera predilige ambiti cameristici con repertorio originale tra scrittura e improvvisazione e ha inoltre avviato un percorso di ricerca sul visuale in musica, elaborando un proprio codice di traduzione dal visivo al sonoro.

Il sassofonista marchigiano Marco Postacchini coniuga negli organici medio-larghi (dal quintetto alla big band) il suo interesse per la scrittura e l’arrangiamento con la prassi esecutiva in sezione e da solista. L’idea del quintetto (con Massimo Morganti al trombone, Emanuele Evangelista al pianoforte, Gabriele Pesaresi al contrabbasso e basso elettrico, Stefano Paolini alla batteria) nasce dalla stessa progettualità del nuovo disco One finger snap, recuperandone il medesimo repertorio, proponendolo secondo una formula più snella che possa in qualche modo mettere a nudo gli elementi essenziali che stanno alla base delle singole composizioni e arrangiamenti, e riesca a mettere in risalto l’interazione dei singoli musicisti in maniera più immediata e spontanea. Questa formazione si rivela inoltre adatta ad accompagnare la voce di Marta Giulioni, che va a completare e ad ampliare le caratteristiche timbriche e sonore dello stesso quintetto.

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