L’AFRICA CHIAMA OPERATIVA IN KENIA TANZANIA E ZAMBIA

Fra pochi giorni qualcuno volerà in Africa e qualcuno resterà a Fano, ma tutti hanno iniziato il loro anno di servizio civile con . Chi sarà impegnato nei Centri Sociali della ONG in Kenya, Tanzania e Zambia, si troverà al fianco di ragazzi di strada, bimbi disabili e persone malnutrite, chi, invece, resterà a Fano supporterà, tra le tante, l’attività di educazione alla cittadinanza globale nelle scuole del territorio e l’attività del doposcuola per alunni stranieri. Dieci giovani che si aspettano da questa esperienza della durata di un anno un’opportunità di crescita personale, ma anche qualche possibilità verso il mondo del lavoro. “Per questi giovani- spiega Italo Nannini, presidente de L’Africa Chiama- il servizio civile segna il passaggio da una dimensione familiare ad una dimensione collettiva dove imparare a misurarsi con azioni progettuali, a relazionarsi con gli altri e a sviluppare le proprie capacità”. Di questo gruppo, sei faranno le valige per l’Africa: Francesco Carroli e Valentina Cerbone partiranno per il Kenya, a Nairobi nella baraccopoli di Soweto, Sarah Bastianello e Camilla Bonfigli voleranno in Tanzania, ad Iringa e Anita Romagnoli e Lara Leonardi in Zambia, a Lusaka nel compound di Kanyama. Resteranno in Italia, nella sede di Fano, Federica Chiaviello, Giulia Iacchini, Ilaria Imbriani e Nicole Stefanini. Tutti motivati e carichi per questo nuovo anno, per motivi di crescita e arricchimento, professionale e soprattutto personale, come Valentina che afferma “finalmente è arrivata la mia opportunità, l occasione di sentirmi parte di una macchina così grande che si impegna nel promuovere e concretizzare progetti che rappresentano speranza e crescita non solo per la popolazione locale ma soprattutto per me stessa”, o come Camilla, Anita e Sarah che affermano che il servizio civile sarà un’occasione per mettersi in gioco in prima persona in contesti nuovi. Il servizio civile è il modo che questi dieci giovani hanno trovato per “riuscire ad andare oltre le barriere tra gli esseri umani e i pregiudizi dettati dagli stereotipi plasmati su politiche di odio e conflitto” come afferma Nicole, o per dirla come la poetica Ilaria un modo per “conquistare innumerevoli vittorie innescando [nel nostro piccolo] luminose esperienze”! Non ci resta che augurargli buon servizio e affiancarli in questi dodici mesi intensi.

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