lettere del sindaco Seri alla ragazza vittima di insulti razzisti durante una partita di calcio femminile
Cara,
Non conosco il tuo nome, ma conosco il tuo dolore. Ed è lo stesso dolore che provo io. Perché anche io come te mi sento deluso, arrabbiato e offeso da questo terribile episodio. Sai, come sindaco rappresento Fano e provo un senso di profonda tristezza per queste parole che non appartengono alla nostra comunità che si è sempre contraddistinta per un senso di fratellanza e di grande rispetto verso l’altro.
Nei momenti di difficoltà non abbiamo mai lasciato indietro nessuno, tenendoci tutti per mano. Fano ha un grande cuore e lo ha sempre dimostrato. Ci impegniamo ogni giorno per promuovere e sensibilizzare un modo di vivere e condividere un senso di appartenenza comune. Poi capitano episodi come questo e mi fanno crollare il mondo addosso.
È gravissimo. Non voglio nemmeno giustificare dicendo che sono cose isolate. Devo dirti con tutta sincerità che in questo caso avverto un sentimento di rabbia, perché questa tremenda offesa è stata rivolta a te quanto a me.
Ci impegniamo ogni giorno per promuovere una città capace di abbracciarsi e di sentirsi. Credo che in una comunità autentica nessuno debba essere lasciato solo. E così come si moltiplica la gioia, allo stesso modo va condiviso fra tutti anche il dolore per vicende come queste. Un po’ come quando leggi un libro e ti capitano pagine brutte che ti fanno male. Non le puoi strappare, sono lì ma senti il dovere di voltare pagine. Io insieme a te voglio voltare pagina. Non voglio soffermarmi su quella offesa che fatico a qualificare, piuttosto penso al male che ti hanno fatto e mi hanno fatto. Piuttosto vorrei chiederti di quello che provi giocando a calcio, ricorrendo un pallone che è anche un rincorrere un tuo sogno.
Ti vorrei chiedere che squadra tifi e quali sono i tuoi idoli. Vorrei che mi raccontassi della voglia e dei sacrifici che fai per vivere questa tua passione. Unire studio, famiglia e gli allenamenti con le partite è davvero impegnativo. Sono convinto che a casa tua il suono del pallone che sbatte sulle porte sia un po’ una musica di sottofondo ed è bellissimo. Questo è quello che ti deve spingere a giocare con più determinazione.
A metterci ancora più energia. In questa passione. A credere che lo sport meriti tutto quello che hai da metterci dentro. Le polemiche non ci devono toccare, perché tu devi continuare a rincorrere quel pallone. E pensa che nella prossima partita io sarà con te, magari a segnare un gol, a fare un assist per l’attaccante o a esultare con le tue compagne. SI vince insieme. Sempre. E si perde insieme.
Allora noi abbiamo una partita da vincere.