MAURIZIO MONTANARI: LA ROCCIA GENTILE DELL’ALMA
A metà giugno del 1974, un po’ a sorpresa, Gianni Gentili diviene presidente dell’Alma risolvendo la crisi societaria innescatasi dopo l’annuncio di disimpegno del patron Alfiero Magini. Alla guida della squadra viene chiamato Attilio Santarelli, fino a qualche mese prima rivale dei granata sempre in serie D sulla panchina del Forlì con in campo il nostro concittadino Roberto Canestrari (e l’attuale mister Marco Alessandrini). Tra i rinforzi della campagna acquisti estiva a luglio approda a Fano anche Maurizio Montanari, aitante stopper classe 1953 bolognese proveniente dal Grosseto in C. Quest’ultimo però già conosce la città, avendo giocato assieme proprio a Canestrari ed all’altro fanese Giovanni Mei con la gloriosa maglia del Bologna. Esattamente nella stagione 1972-1973, un’annata rimasta nei cuori di quella talentuosa cantera rossoblù. Allenati da Giuseppe Vavassori, ed in un gruppo che comprende anche gente del calibro di Franco Colomba, Eraldo Pecci (che di loro racconta nel libro “Ci piaceva giocare a pallone”) ed Aldo Maldera, Montanari, Mei e Canestrari sfiorano infatti il trionfo nel prestigioso Torneo di Viareggio. Eliminano nell’ordine Rangers Glasgow, Benfica e Steaua Bucarest, ma si arrendono in finale alla Fiorentina di Giancarlo Antognoni, Claudio Desolati, Moreno Roggi. <Prendemmo gol ad una manciata di minuti dal termine dei supplementari – ricorda Mei, oggi responsabile dell’area tecnica dell’Alma – L’arbitro era niente meno che Concetto Lo Bello, che sullo 0-0 ci annullò un gol regolare di Pecci. Eravamo comunque stremati, sicché non so come avremmo poi potuto affrontare la ripetizione della finale il giorno successivo. Ma per la società fu come una vittoria, perché nessuno si aspettava un simile exploit. Maurizio Montanari di quel gruppo fantastico era il capitano, rispettato e ben voluto da tutti. Aveva un gran fisico, un atletismo straripante, ed era un ragazzo intelligente e piacevolissimo. Quell’anno conquistammo anche lo scudetto Berretti battendo il Verona e insieme giocammo con la prima squadra del Bologna in Mitropa Cup contro una formazione ungherese sia in trasferta che in casa. Quell’annata ci unì tanto che assieme a diversi altri abbiamo continuato a ritrovarci, coltivando nel tempo l’amicizia nata allora. L’ultima volta che c’era anche lui Pecci aveva prenotato a metà strada, all’Osteria L’Amorosa di Forlì. Quando entrammo nel locale rimanemmo di stucco, sulla parete c’era la foto di una nostra partita. Nessuno lo sapeva, nemmeno Eraldo, ma il proprietario era stato un nostro compagno. Fu una giornata indimenticabile, da lacrime agli occhi>. Di Fano gli avrà sicuramente parlato pure Aldo Piccoli, col quale ha condiviso l’esperienza grossetana. All’Alma, ventunenne, disputa 26 gare su 34, contribuendo al terzo posto finale a braccetto col Cattolica. Il Mancini è un fortino pressoché inespugnabile, dove passa solo la capolista Anconitana. Sulle ali dell’entusiasmo nasce nel ’75 anche il primo Club di tifosi, il cui covo è al Porto al Bar di Giuliano Tebaldi. Gran parte di quegli elementi costituiscono l’Alma ’75-’76, capace di sbaragliare la concorrenza centrando la promozione in C con un +8 sul solito Forlì. Montanari parte in ritiro, ma poi lascia. Trovato qui l’amore, preferisce dedicarsi alla famiglia ed a quella che sarà una gratificante carriera bancaria. <Gli presentai io la Nigia – svela Domenico Mimmo Servadio, con Barbaresi anima fanese di quella squadra – Da lì a sposarla il passo fu breve e nel ’79 nacque Margherita. Era un ragazzo serio, con la testa sulle spalle, così mise da parte le velleità calcistiche privilegiando famiglia e lavoro. Eppure di qualità per emergere ne aveva, con quella fisicità, la sua notevole elevazione ed il suo tempismo nell’anticipare l’attaccante. In quella stagione ’74-’75 ci togliemmo delle belle soddisfazioni. Ho ancora negli occhi la vittoria all’andata al Dorico contro la corazzata Ancona. Pioveva a dirotto. Mario Barbaresi sparò una fucilata quasi da centrocampo, la palla si infilò proprio all’incrocio dei pali e scuotendo la rete imbevuta d’acqua si creò una nuvola grigia. Con l’avvento alla presidenza di Gianni Gentili crebbe l’entusiasmo attorno a noi, soprattutto tra i marinai che ci seguivano con grande affetto. E lì gettammo le basi per la straordinaria cavalcata verso la promozione del campionato successivo>.
In memoria di Maurizio Montanari – Bologna 23/03/1953-Fano 12/05/2014.