MEDAGLIA D’ORO per il Bianchello Andy’19 dell’Azienda Fiorini ALLA INTERNATIONAL WINE CHALLENGE DI LONDRA

CARLA FIORINI: “GRANDE GIOIA E SODDISFAZIONE PER IL MASSIMO RICONOSCIMENTO IN UNO DEI PIU’ LONGEVI E AUTOREVOLI CONCORSI ENOICI AL MONDO”

 

Barchi, Terre Roveresche (PU – Marche), 21 maggio 20201 Il Bianchello Andy’19 dell’azienda agraria Fiorini conquista la Medaglia d’Oro alla International Wine Challenge di Londra, uno dei più longevi e autorevoli concorsi enoici al mondo.

“Una notizia inaspettata e una grande soddisfazione – commenta Carla Fiorini – che premia il duro lavoro di questi anni e conferma che il percorso intrapreso è quello giusto. Per qualcuno può essere un’abitudine, noi non nascondiamo di essere emozionati e davvero orgogliosi di ricevere un premio così ambito, che rappresenta il massimo riconoscimento in uno dei concorsi più prestigiosi al mondo”.

Andy insieme a Radiant e Roy fa parte della trilogia Pop Wine, frutto di un percorso di ricerca e sperimentazione che caratterizza da sempre l’azienda. Nata da un’intuizione di Paolo Tornati, marito di Carla Fiorini, la trilogia, ispirata alla Pop Art, muove i primi passi nel 2012 con la nascita del primo vino, Andy, nel 2014. Da allora, una strada fatta di studio, applicazione, sensibilità, capacità e visione, porta i primi risultati.

“Stiamo cercando di dare un’interpretazione importante al Bianchello, e questo risultato straordinario è la prova che stiamo centrando l’obiettivo. E’ un vino fedele all’annata, che rispecchia appieno proprio il suo essere ‘dinamico’ per la sua possibilità di cambiare, di vendemmia in vendemmia” conclude Carla Fiorini.

Per l’Italia sono diciassette le medaglie d’oro assegnate, tra cui il Brunello di Montalcino Seconda Stella a Destra 2016 de La Togata, l’Amarone della Valpolicella 2017 di Cantina di Soave, la Vernaccia di San Gimignano Riserva 2016 di Panizzi, il Barolo Patres 2017 di Cantine San Silvestro (per citarne alcuni).

Sono soltanto due, invece, le Medaglie d’Oro conquistate dalle Marche. Insieme a Andy’19, il Verdicchio di Matelica Vigneti B. 2019 della cantina Belisarsio.

Questo riconoscimento è l’ultimo di una lunga serie di premi conquistati dall’azienda Fiorini. Ricordiamo soltanto la “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Doctor Wine a “Andy’18” e la consacrazione delle “4 stelle” della “Guida Vini Buoni d’Italia 2021 di Touring Editore, sezione “Vini da non perdere” sempre a “Andy’18”.

ANDY 2019

Bianchello del Metauro DOC Superiore “particolare di vendemmia”, Andy è il primo di una trilogia dedicata alla pop art. Viene definito “particolare di vendemmia”. Per realizzarlo, viene selezionata l’uva più adatta tra i vigneti più vecchi, di almeno 40 anni di vita. I grappoli vengono raccolti manualmente ed in cassetta. Solo dopo la refrigerazione, lunga una notte, quando l’uva raggiunge una temperatura di 7-8° C, si dà inizio alla pressatura soffice e sottovuoto. Dopo una decantazione statica inizia la fermentazione e, a metà della stessa, il 30% del mosto viene spostato in tonneaux di rovere di Allier a cui segue l’affinamento sulle fecce di fermentazione con batonnage, realizzato manualmente almeno ogni 15 giorni. Dopo 8 mesi le due masse sono unite e fatte decantare. Il vino “si pulisce” senza altri trattamenti e viene imbottigliato senza essere filtrato dopo altri 3 mesi. L’affinamento continua in bottiglia per altri 6 mesi.

CANTINA FIORINI

Quella di Fiorini è una storia agricola che si intreccia con le nuove frontiere del vino. L’azienda custodisce, da più di 100 anni, una storia di cultura, etica e rispetto. Immersa nelle colline della provincia di Pesaro e Urbino (località Barchi, comune di Terre Roveresche), ama attingere dalle proprie radici ma sempre per orientare un percorso rivolto al futuro.

In ogni etichetta, non a caso, emerge il forte legame identitario con la cantina, che si tratti di autentici omaggi alla tradizione o di sapienti sperimentazioni. Un presupposto fondamentale per Carla Fiorini, imprenditrice ed enologa che, pur avvalendosi di un assiduo confronto con consulenti professionisti da tutta Italia, ha tracciato una sua autonoma ricerca per elaborare quella visione personale che oggi caratterizza la cantina e i suoi vini.

Degli oltre 100 ettari di terreni quasi interamente a conduzione biologica, ben 45 sono destinati ai vigneti: 30 ettari di Bianchello, 3 ettari di Sauvignon Blanc, 2 ettari di Verdicchio e 10 ettari tra Sangiovese ad acino piccolo, Sangiovese ad acino grosso, Montepulciano e Cabernet Sauvignon, da cui provengono le 13 etichette.

In particolare il passaggio al biologico, avvenuto nel 2013 è, stato un passo significativo nella lunga storia dell’azienda. Una scelta fatta per confermare il legame con la terra, proteggere i vigneti e il lavoro di chi ogni giorno se ne prende cura, ma soprattutto perché, oggi come ieri, per Fiorini metodi e modi di produzione, vinificazioni e affinamento hanno, come obiettivo principale, il rispetto del frutto. Diventa quindi fondamentale l’attenzione per la sua integrità, in ogni fase, perchè è qui che si gioca la partita sulla qualità. Per Fiorini il fattore umano è indispensabile nella fase viticola e la raccolta avviene rigorosamente a mano, mentre si ricorre ad alcune precauzioni tecnologiche nelle fasi più delicate del processo (come la refrigerazione delle uve e la pressatura soffice sotto copertura di gas inerti), per non intervenire più sul vino ottenuto dalla fermentazione. Dopo di che, solo il tempo, l’affinamento e i giusti tagli fanno il resto.

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