NUOVO MODELLO DELL’ATS 6: IL CONFRONTO ENTRA NEL VIVO
L’ASP è stato individuato come il modello più idoneo per la gestione dei servizi sociali del territorio dell’Ats 6. Nell’ultima seduta del 27 settembre, il Comitato dei Sindaci ha individuato l’ASP (Azienda pubblica di Servizi alla Persona) come la migliore forma giuridica per il potenziamento dell’Ambito Sociale n.6. La direzione intrapresa arriva dopo il confronto sulle valutazioni inserite all’interno dello “Studio di fattibilità”, elaborato dal Gruppo tecnico avvalendosi anche di professionalità esperte nel settore del welfare territoriale nazionale, proprio su commissione degli stessi Sindaci. In questo modo si garantisce la continuità dell’azione dell’ATS n.6 relativamente alla scadenza dell’attuale convenzione fissata al 31 dicembre 2022.
“Da tutti i sindaci è condivisa la necessità e l’improcrastinabilità di riconfigurare l’Ambito Sociale 6 – ci tiene ad evidenziare il Presidente dell’ATS 6 Dimitri Tinti – come soggetto dotato di autonomia e personalità giuridica con la capacità di coniugare efficacia, efficienza, prossimità e qualità attraverso un nuovo modello organizzativo agile e capace di realizzare interventi incisivi e appropriati ai bisogni sociali crescenti e mutevoli.”
“E’ ormai chiaro a tutti, visto anche il quadro normativo nazionale e regionale tra cui il Piano Sociale del nostro ATS 6, che il tema non è ‘SE’ associare servizi previsti dal nuovo sistema di welfare locale bensì ‘COME’ associarli” – precisa Tinti. “Individuata l’ASP come forma giuridica ottimale, ora procederemo a costruire insieme il modello di governance più adatto ed efficace a rispondere ai bisogni delle nostre realtà territoriali di riferimento. Facendo una metafora, abbiamo stabilito la camicia che vogliamo, adesso si tratta di cucirla su misura delle esigenze e del contesto dei singoli comuni, senza interrompere il percorso virtuoso adottato con la progressiva gestione associata dei servizi con evidenti riscontri in termini di quantità e di qualità degli interventi sul territorio”.
“La decisione dei sindaci è un passaggio fondamentale in un confronto articolato, partito con la costruzione del piano sociale, e poi ripreso all’inizio della scorsa estate con l’esame dello studio di fattibilità che, dopo essere stato sottoposto ai sindaci e ai rispettivi organismi dei 9 Comuni dell’ATS 6, è stato successivamente analizzato insieme alle organizzazioni sindacali ai rappresentanti del Terzo Settore. E’ importante rimarcare – sottolinea Tinti – che il percorso non si esaurisce ma ci saranno altri momenti di confronto sia a livello istituzionale sia con i vari interlocutori della rete del welfare territoriale che hanno aderito ai tavoli tematici”.
“Nel frattempo, i sindaci hanno dato mandato al Segretario Generale del Comune di Fano, Ente capofila, insieme ai Segretari Comunali degli altri Enti di sviluppare il tema della ‘governance’ e quindi di redigere la proposta di statuto e atto costitutivo da sottoporre successivamente all’approvazione del Comitato dei Sindaci, rispettando i tempi necessari a legittimare i percorsi di confronto all’interno dei singoli comuni, fino all’approvazione da parte dei rispettivi Consigli comunali e della Giunta regionale. Gli stessi sindaci hanno dato mandato alla Coordinatrice dell’ATS 6 di espletare gli atti necessari all’individuazione dell’operatore economico al quale affidare la realizzazione del quadro economico-finanziario della costituenda ASP, in linea con le risorse di bilancio disponibili a questo processo. Così come verrà avviata la concertazione prevista con le organizzazioni sindacali di categoria per gli aspetti legati al personale, sapendo che l’ASP garantisce la continuità del rapporto di lavoro con la conservazione di tutti i diritti conseguenti in capo ai lavoratori”.
“Già dall’adozione del 2019 della convenzione tra i comuni con durata triennale, i sindaci avevano espresso una preferenza per l’ASP modello ritenuto migliore per soddisfare al meglio l’esigenza di un nuovo welfare territoriale per attivare un processo virtuoso tra pubblico e privato sociale, avvalendosi dell’apporto degli ETS (associazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative), profondi conoscitori dei bisogni concreti della collettività. Nell’incontro tenutosi col tavolo del Terzo Settore è stato chiarito – evidenzia con soddisfazione Tinti – che non c’è alcuna preclusione sul ‘contenitore’ prescelto, ma viene posto l’accento sulla necessità di una maggiore attenzione ai contenuti per di valorizzare la fase di co-programmazione e di co-progettazione con un ruolo attivo degli Enti del Terzo Settore al fine di dare vita ad un’amministrazione che sia davvero condivisa”.