Più di 600 i visitatori che hanno assaporato la notte della cultura fanese
Sono state più di 600 le presenze sabato sera tra il Museo del Palazzo Malatestiano e il Museo della Via Flamina, che hanno aperto le proprie porte in occasione dell’iniziativa “La Notte dei Musei”. L’elemento rilevante è da ricercarsi nella grande affluenza di un pubblico giovanile, curioso e stimolato a conoscere il patrimonio storico artistico cittadino, conservato nei due musei della Città della Fortuna. Promosso dall’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e dalla Fondazione Marche Cultura, l’evento ha consentito la possibilità di vivere la suggestione e l’atmosfera di alcuni tra i luoghi culturali più rilevanti della città. In una forma fresca, dinamica e altamente intuitiva i fruitori, attraverso le spiegazioni del personale museale, hanno assaporato e apprezzato le opere e la raccolta all’interno nei due contenitori culturali cittadini. A rendere ancora più vivace la serata, è stato il talento degli studenti delle sezioni Arti Figurative, Design dei Metalli, Scenografia e Architettura/Ambiente e Design dell’Arredamento del Liceo Artistico “Apolloni”. All’interno delle sale, sono stati allestiti dei laboratori dimostrativi di varie tecniche artistiche classiche e contemporanee inerenti il disegno, le tecniche pittoriche, la modellazione plastica e le tecniche di lavorazione dei metalli. Alla L’atmosfera della serata è stata resa ancor più piacevole dall’esibizione dell’associazione Fano Jazz che ha accompagnato con la propria musica, sonorità, le centinaia di visitatori che hanno varcato l’ingresso del Palazzo Malatestiano dalle 21 alle 24.
“Ogni anno questo memento – afferma il sindaco Seri – riscuote un crescente successo, grazie al lavoro e all’impegno del nostro Servizio Cultura. Questa contaminazione tra cultura, impegno giovanile e musica ha reso la formula vincente, capace di aumentare anche le presenze rispetto all’ultima edizione del 2019 quando furono poco sotto le 500. Abbiamo un ricco patrimonio che voglio valorizzare, diffondere e rendere più noto, specie alle nuove generazioni che devono appropriarsi della titolarità partecipata della eredità culturale cittadina. Andremo sempre più nella direzione di sostenere questa prerogativa affinché le nostre ragazze e i nostri ragazzi diventino ambasciatori e promotori della nostra eredità storica”.