Raccolta differenziata, Aset spa confuta critiche «improvvisate»
Il presidente Reginelli conferma: «Risultati d’eccellenza»
«Sulla raccolta differenziata giudizi imprecisi e improvvisati». Il presidente di Aset spa, Paolo Reginelli, replica alle recenti critiche di Bene Comune e 5 Stelle fanesi: «La verità oggettiva, perché suffragata dai dati ufficiali, è che il risultato del 75 per cento ottenuto da Aset spa nel 2019 è di assoluta eccellenza fra i Comuni marchigiani sopra i 30.000 abitanti, il migliore fra le città più popolose. Dovrebbe essere un motivo d’orgoglio, invece diventa pretesto di critiche fuori luogo. È pur vero che l’erba del vicino sembra sempre più verde, però per fare paragoni appropriati è necessario un quadro preciso della situazione che si valuta, con i suoi pro e i suoi contro, altrimenti il rischio è di intervenire per partito preso».
Il primo dato da contestualizzare è la produzione pro capite dei rifiuti, pari a 612 chili all’anno, che risulta fuorviante se non si considera che Fano è una città turistica. Nel calcolo la Regione utilizza solo il numero degli abitanti residenti. «Contando anche la popolazione fluttuante della stagione balneare, il dato sarebbe significativamente più basso», puntualizza il presidente Reginelli. In ogni caso la produzione pro capite è minore a Fano rispetto alle altre città costiere marchigiane dalle dimensioni comparabili. Ecco alcuni dati, chilogrammi pro capite anno, che danno un’idea di quale sia l’incidenza delle presenze turistiche rispetto a questo tipo di servizio: Urbino 672, Porto Recanati 665, San Benedetto del Tronto 710, Senigallia 667, Civitanova 626, Pesaro 687. Oltre all’attività turistica, poi, occorrerebbe tenere presente l’intero tessuto economico, produttivo e commerciale di ogni singolo Comune e di conseguenza il diverso apporto di rifiuti assimilati agli urbani.
Quanto ai rifiuti effettivamente riciclati, si è verificato con i vari consorzi che il materiale estraneo è pari al 30 per cento nel caso della plastica, al 5 della carta, al 15 del verde, all’1.3 del vetro, al 10 degli imballaggi metallici, al 3 del cartone. Non sono effettuati campionamenti sull’organico, gli impianti di trattamento assicurano però che il materiale estraneo è pari all’1-2 per cento, una quantità risibile. Togliendo le percentuali estranee dai quantitativi raccolti, si evince dai dati in nostro possesso che i rifiuti effettivamente raccolti e riciclati nel 2019 sono 24.980 tonnellate: il totale della raccolta differenziata è di 27.684 tonnellate, quindi lo scarto totale è di 2.704 tonnellate pari al 9.8 per cento. Il dato riguardante il riciclato è quindi circa il 67 per cento sul totale dei rifiuti, pari a 37.232 tonnellate.
Fano rappresenta circa il 4 per cento della popolazione regionale, ma nella nostra città si raccoglie il 12.6 per cento di tutti gli imballaggi in plastica, il 5.5 del cartone e del vetro, il 7.4 dell’abbigliamento usato e il 10 del verde. Un dato significativo riguarda poi la raccolta di rifiuti urbani pericolosi, che riveste grande valenza sotto il profilo ambientale. Si raccolgono, sempre rispetto a tutte le Marche, il 12.3 per cento di materiali contenenti amianto, il 19.5 di solventi, il 37 di acidi, il 36 di sostanze alcaline, il 35 di pesticidi, il 6.2 di oli minerali esausti, il 19 delle vernici, il 32 dei detergenti e il 7.4 degli imballaggi pericolosi.
«Un conto – conclude Reginelli – è ragionare su dati oggettivi, un altro è propagandare leggende metropolitane. Lo è sostenere che all’inizio della giunta Seri la discarica avesse una durata di trent’anni. Lo è affermare che il porta a porta spinto e che la tariffa puntuale permettano di spendere meno. Se è vero che questo tipo di servizio produrrebbe un incremento di occupazione, come sostengono i critici di Aset spa, è altrettanto vero però che in questo settore il costo maggiore riguarda il personale».