San Lorenzo in Campo, si rialza il sipario al ‘Tiberini’ con la rassegna ‘Teatri d’Autore’
E’ pronto a rialzarsi il sipario al ‘Mario Tiberini’ di San Lorenzo in Campo. La rassegna ‘Teatri d’Autore’, organizzata da Amat con l’Amministrazione comunale, propone quattro spettacoli di qualità, tra teatro civile, d’autore, commedia e ‘Andar per fiabe’ per la gioia dei bambini. ‘1 palco 1000 emozioni’ lo slogan ideato dalla giunta Dellonti che sin dal primo giorno ha investito tanto nel teatro, diventato un punto di riferimento a livello regionale sopratutto per la musica e proponendo stagioni ricchissime.
«Un teatro aperto tutto l’anno il nostro – sottolinea il sindaco Davide Dellonti – prima dell’arrivo del Covid. Siamo arrivati ad offrire fino a 30 appuntamenti. Un teatro che tanti artisti negli ultimi anno hanno scelto per esibirsi, casa accogliente per associazioni e scuole per le loro iniziative, sempre più visitato. Ora ripartiamo con la stagione di prosa, grazie alla collaborazione con Amat. Quattro spettacoli, una proposta culturale variegata e di qualità che siamo convinti possa essere apprezzata. Nostra intenzione è arricchire la stagione con altre date, ma prima, per forza di cose, dobbiamo valutare l’evolversi della situazione».
La stagione si aprirà domenica 30 gennaio alle 17 con ‘Da lontano (chiusa sul rimpianto)’, scritto e diretto da Lucia Calamaro, con Isabella Ragonese. Calamaro, drammaturga e regista fra le più quotate in Italia, ha scritto questo atto unico “su misura” per la sua interprete, l’attrice Isabella Ragonese, volto del nostro cinema e attrice teatrale di grande talento. “Racconta il tentativo di una figlia adulta, diventata terapeuta, di aiutare la madre infelice, fragile, l’adulta impreparata al mondo che la accudiva alla bell’e meglio. La figlia, un tempo impotente di fronte al dramma della madre, ora che ne ha i mezzi avverte il sentimento di psicanalizzare quel genitore dolente che ha conosciuto da bambina, darle l’ascolto dovuto e aiutarla senza che se ne accorga. Allora ho immaginato un luogo, piccolo, tra un fantomatico di qua e un di là, in cui questo fatto, questa parola che sia ‘evento’ che curi, possa accadere, per un poco”, scrive Lucia Calamaro.
Per la gioia dei bambini, domenica 27 febbraio alle 17, sarà la volta della rassegna ‘Andar per fiabe’. L’Accademia Perduta Romagna Teatri porterà in scena ‘Chi ha paura di denti di ferro?’
Si proseguirà sabato 12 marzo alle 21.15; il ‘Tiberini’ ospiterà ‘Antropolaroid’, di e con Tindaro Granata, Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, Premio “ANCT” dell’Associazione Nazionale dei Critici nel 2011, Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo” nel 2012. Uno straordinario Tindaro Granata, solo in scena, racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema. Tindaro passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti. Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per la concretezza e l’universalità della narrazione, il ritmo avvolgente. Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, Antropolaroid ha ottenuto numerosi riconoscimenti.
Il 14 aprile, la stagione di prosa si chiuderà con ‘Teoria della classe disagiata’ di Sonia Antinori, con Giacomo Lilliù e Matteo Principi, pièce selezionata al Festival CrashTest 2020 e ispirata al libro di Raffaele Alberto Ventura (edito da Minimum Fax) “Teoria della classe disagiata”. E’ prodotta, in forma di spettacolo teatrale, da Malte, Collettivo ØNAR e Marche Teatro, in collaborazione con AMAT, Comune di Pesaro e con il supporto di Loop Live Club. Varietà tragico su sogni e disillusioni della classe media del nostro Paese, descrive una generazione che, cresciuta con il dovere di inseguire passioni, anche prosciugando patrimoni familiari e primeggiando nella scalata sociale, ha visto il terreno franare sotto i piedi trasformandola, di fatto, una classe media delusa, troppo acculturata e di certo non più agiata, una classe sociale «troppo ricca per rinunciare alle proprie aspirazioni, ma troppo povera per realizzarle».