SERVIZIO AFFIDO – UN VIAGGIO INSIEME
L’Ambito Sociale 6, l’AST Pesaro Urbino -Consultorio Familiare di Fano promuovono il progetto ‘Servizio affido – un viaggio insieme’. L’equipe è composta da un’assistente sociale, una psicologa e da una coordinatrice. Si occupa di
svolgere percorsi di conoscenza delle persone che si rendono disponibili all’accoglienza familiare,
collaborando con i servizi sociali e sanitari per permettere l’abbinamento tra le persone disponibili all’accoglienza ed i bambini e bambine che hanno necessità di una forma di accoglienza e di vicinanza. Proprio per questo, il progetto
offre supporto alle persone che intraprendono questo “viaggio insieme” attraverso incontri di gruppo ed individuali durante tutto il percorso di accoglienza.
Sono due le proposte di accoglienza: la vicinanza solidale e l’affido familiare. La vicinanza solidale è una relazione volta a creare supporto e aiuto tra le persone in maniera spontanea o accompagnata dai servizi sociali. Consente di superare l’isolamento e permette di instaurare rapporti significativi e di prossimità. È un incontro per offrire sostegno e accompagnamento in alcune attività della vita quotidiana, favorire relazioni ed esperienze positive. Permette a bambine/i o ragazze/i di conoscere adulti e coetanei e di poter contare su aiuti concreti per la quotidianità.
L’affidamento familiare è l’accoglienza nella propria casa e nella propria vita delle bambine e dei bambini la cui famiglia temporaneamente non riesce ad occuparsi delle sue necessità materiali, affettive ed educative. L’affido offre la possibilità di crescere in un ambiente familiare capace di prendersi cura di chi viene accolto, rispettandone la storia personale e familiare. È quindi anche un aiuto alla famiglia di origine, per il tempo necessario ad affrontare i suoi problemi, e programmare il rientro in famiglia della figlia o del figlio.
Possono essere accoglienti tutte le famiglie, le coppie o le persone singole, con o senza figli, sposate o conviventi, senza limiti di età, che hanno nella propria vita e nella propria casa uno spazio per accogliere un’altra persona.
Sono tre i tipi di affido. A tempo pieno: prevede l’accoglienza del bambino/a o ragazzo/a in casa propria giorno e notte. A tempo parziale: ossia per qualche ora durante il giorno oppure per alcuni giorni la settimana, con o senza pernottamento, a seconda delle necessità specifiche. Affido diurno: il bambino/a o il ragazzo/a trascorre con la famiglia affidataria la giornata ma la sera rientra nella propria casa con la sua famiglia di origine.
Quello dell’affido è un viaggio insieme. La famiglia affidataria non è mai da sola: il progetto è accompagnato e monitorato dagli operatori che hanno in carico il minore e la sua famiglia e dall’équipe affido, composta da un’assistente sociale e da una psicologa. Le famiglie affidatarie inoltre condividono la loro esperienza incontrandosi tra loro periodicamente. È garantita una copertura assicurativa per responsabilità civile e contro gli infortuni. È previsto inoltre un contributo economico mensile per tutte le famiglie affidatarie, in base alla tipologia di affido.
Alcuni dati
“Attualmente nell’Ambito sono in affido familiare 16 tra bambine e bambini, 11 a famiglie accoglienti e 5 a parenti. Promuovere l’affido e la vicinanza solidale è un obiettivo strategico di cui l’Ambito Sociale si è fatto carico e su cui continueremo ad investire come approccio filosofico e metodologico – afferma l’Assessore al Welfare di Comunità e Presidente dell’A.T.S. 6 Dimitri Tinti – Il lavoro del Servizio Sociale associato è ispirato da una visione ecologica in cui il bambino è al centro di un ambiente di vita e di un contesto territoriale fatto di legami, relazioni, percorsi di crescita. Per questo occorre realizzare un’efficace integrazione fra i servizi territoriali e rafforzare la cultura della solidarietà favorendo la conoscenza dei percorsi di affido familiare e di vicinanza solidale. È fondamentale sostenere e accompagnare le famiglie e le persone in questa esperienza e infine sviluppare ‘buone prassi’ di incontro e raccordo tra famiglie ed Ente Locale in un’ottica di sussidiarietà e sinergia. Nonostante tutte le difficoltà e le incertezze, la famiglia resta il luogo dell’accoglienza e della crescita armonica del bambino e mobilitare il potenziale educativo delle famiglie e della comunità è soprattutto un’azione di giustizia sociale perché previene le disuguaglianze e la povertà culturale ed economica”.