TEATRO SANZIO DI URBINO PRONTA LA NUOVA STAGIONE

Commedie, nuova drammaturgia, grandi interpreti, danza, esperienze del territorio e teatro ragazzi per i tredici appuntamenti che da novembre 2022 a marzo 2023 compongono il corposo cartellone del Teatro Sanzio di Urbino, promosso dal Comune di Urbino con l’AMAT, realizzato con il contributo della Regione Marche e del MiC e articolato nelle consuete sezioni “in abbonamento”, “TeatrOltre”, “Andar per fiabe” e “La città in scena”.

L’inaugurazione della stagione in abbonamento il 17 novembre è con Tempo inFausto, soggetto e regia di Cesare Inzerillo, con Eros Carpita, Iris Barone e Marco Sferruzza. Tempo inFausto prende a riferimento il grande ciclista Fausto Coppi e alcune immagini della sua vita per parlare del tempo, attraverso una storia dal sapore di “dramma pop”. Il 2 dicembre al Teatro Sanzio giunge una commedia tutta al femminile, Figlie di Eva di Michela Andreozzi, Vincenzo Alfieri e Grazia Giardiello, con Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi per la regia di Massimiliano Vado. Tre donne sull’orlo di una crisi di nervi sono legate allo stesso uomo, un politico spregiudicato. Un po’ Pigmalione, un po’ Club delle prime mogli, un po’ Streghe di Eastwick, Figlie di Eva è la storia di una solidarietà ma anche della condizione femminile, costretta a stare un passo indietro ma capace, se provocata, di tirare fuori risorse geniali. Una commedia nera, una macchina fatta di trovate, energia, divertimento, Il Delitto di via dell’Orsina in scena il 15 dicembre con protagonisti Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Susanna Marcomeni diretti dalla mano sapiente di Andrée Ruth Shammah è uno degli atti unici più conosciuti di Eugène Labiche, padre nobile del vaudeville, talento prolifico e sopraffino capace di svelare, con indiavolate geometrie di equivoci e farse, il ridicolo nascosto sotto i tappeti della buona borghesia. Il Marito Invisibile di Edoardo Erba il 25 gennaio è la prima commedia in videocall, una messinscena innovativa con due grandi attrici come Maria Amelia Monti e Marina Massironi che recitano, sul palco, senza mai guardarsi avvolte da uno sfondo completamente blu. Un’esilarante commedia sulla scomparsa della vita di relazione con le due protagoniste che accompagnano, con la loro personalissima comicità, in un viaggio che dà i brividi per quanto è scottante e attuale. Elio Germano e Teho Teardo sono voce e musica il 28 febbraio di Paradiso XXXIII per dire la bellezza e avvicinarsi al mistero, l’immenso, l’indicibile ricercato da Dante nei versi del XXXIII canto del Paradiso. Dal suono avvincente ed “etterno” germoglia la musica inaudita e imprevedibile del compositore d’avanguardia e scaturisce la regia visionaria e impalpabile di Simone Ferrari e Lulu Helbaek, poeti dello sguardo, capaci di muoversi tra cerimonie olimpiche, teatro e show portando sempre con loro una stilla di magia del Cirque du Soleil. Grazie alla loro esperienza, accade in scena qualcosa di magico e meraviglioso, una contaminazione di linguaggi tecnologici e teatrali. Due grandi attori amati da pubblico e critica, Lino Guanciale e Francesco Montanari, diretti da Davide Sacco, per L’uomo più crudele del mondo al Sanzio il 10 marzo. Una stanza spoglia, in un capannone abbandonato. I rumori della fabbrica fuori e il silenzio totale all’interno. Paul Veres è seduto alla sua scrivania, è l’uomo più crudele del mondo, o almeno questa è la considerazione che la gente ha di lui. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergono le personalità dei personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva. Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana, conclude il 30 marzo la stagione in abbonamento con Il barbiere di Siviglia, uno spettacolo immaginato come un “balletto d’azione” e che coinvolge in una contaminazione di linguaggi tutto il corpo creativo di Artemis Danza sulle magnifiche musiche di Gioachino Rossini con le elaborazioni musicali del compositore Luca Vianini.

Due gli appuntamenti per le famiglie della rassegna della provincia di Pesaro e Urbino Andar per fiabe: l’8 gennaio Il tenace soldatino di Piombo di teatrodelleapparizioni/Teatro Accettella e CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e il 19 marzo le canzoni di Gianni Rodari risuonano in Ci vuole un fiore di Compagnia Ribolle.

TeatrOltre, il più grande palcoscenico italiano per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei promosso all’insegna della multidisciplinarietà, fa tappa a Urbino con due appuntamenti. Il 16 febbraio Stefano Sabelli porta in scena Figli di Abramo per la regia di Gianluca Iumiento, un monologo mai banale, una sorta di Mistero Buffo, incentrato sulla vita e la dinastia di Abramo. Il 16 marzo è la volta di Cirano deve morire liberamente ispirato al Cyrano di Rostand, spettacolo vincitore del Bando Biennale College indetto dalla Biennale Teatro di Venezia 2018 che, con la regia di Leonardo Manzan e l’interpretazione di Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi e Giusto Cucchiarini, recupera la forza poetica del testo attraverso le rime e il ritmo del rap con musiche originali dal vivo. “Leonardo Manzan – si legge nelle note di Antonio Latella alle motivazioni al Premio della Biennale – ha avuto il coraggio di esporsi e di rischiare. Ha dimostrato di essere pronto ad attraversare quella linea gialla che delimita la zona di sicurezza per andare in zone anche pericolose, mai rassicuranti e ovvie. Al suo coraggio vogliamo aggiungere la nostra scommessa”.

Con la stagione teatrale torna anche La città in scena con un dittico di proposte della Compagnia dialettale urbinate che inizia il 13 gennaio con Dalla… Iolanda per la regia di Amleto Santoriello e prosegue il 24 marzo con La mina vagant di Paolo Cappelloni per la regia di Annalisa Geniali.

Vendita abbonamenti dal 5 al 12 novembre presso botteghino del Teatro 0722 2281. Info AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net.

IN ABBONAMENTO

17 NOVEMBRE

TEMPO INFAUSTO

FAUSTO COPPI COME

METAFORA DEL TEMPO

soggetto e regia Cesare Inzerillo

drammaturgia Loris Seghizzi

con Eros Carpita, Iris Barone, Marco Sferruzza

in scena le sculture di Cesare Inzerillo

Fausto Coppi, le Sartine, Nano con le ali, la Gallina

musiche originali Lello Analfino

scenografie Cesare Inzerillo

luci Loris Seghizzi

costumi Marilena Manzella

produzione Contemplazioni

Fausto Coppi, il campione tra i campioni del ciclismo, uno dei più grandi atleti del Novecento, il Campionissimo, l’Airone, e anche l’uomo fragile. Tempo inFausto non è una biografia del grande ciclista, ma prende a riferimento Coppi e alcune immagini della sua vita per parlare del tempo, attraverso una storia dal sapore di “dramma pop”. Un racconto onirico dentro un immaginario fiabesco, surreale. Una visione contemporanea del passato in costante relazione con il presente. In scena si rappresenta la sospensione del tempo agli anni ‘50, interpretata da quattro personaggi imbalsamati, tre attori e una gallina.

Immaginiamo Fausto Coppi, negli ultimi giorni, quelli in preda alla febbre data dalla malaria, nel coma, dove il tempo è sospeso e parallelo. In quel limbo, Coppi ripercorre le tappe della sua vita. Della sua corsa.

Fausto, in sella alla bicicletta sin da bambino, quando da garzone faceva commissioni per una salumeria di Novi Ligure, vuol fermare il tempo. Lo vuol fare perché si rende conto presto che mentre il tempo passa le persone muoiono, più lui cresce e più velocemente i suoi cari se ne vanno. Il suo corpo, così particolare, esile, storto, non crescerà in modo naturale, perché lui rincorrerà il tempo e alla fine lo supererà, vi si porrà davanti e lo fermerà. Fausto sa bene come fare, perché ha lo strumento: la bicicletta che gli ha regalato suo zio Fausto. Il ragazzino di quindici anni, sogna, immagina, ha trovato lo scopo della sua vita: correre, correre tanto forte fino a imparare a volare. Il ragazzino di 15 anni vola con la fantasia, come è naturale che sia a quell’età, soprattutto se hai un talento naturale che spinge nel tuo corpo e nella tua anima.

Ogni record battuto è un cronometro fermato, è un tempo che viene scritto. E Fausto stabilirà una lista infiniti di record, entrando nella storia, scrivendo la storia dello sport, fermando a quegli anni la storia

del ciclismo e fotografando quel tempo. Il suo tempo. Il nostro tempo. Tempo inFausto. Cesare Inzerillo

Potrebbero interessarti anche...