Uliassi ospite del Centro Studi Economia e Territorio incita gli imprenditori. “Cambiamo pelle perché nulla sarà come prima”
Oltre 150 iscritti al webinar proposto dall’associazione culturale di Fano che ha voluto discutere con imprenditori e professionisti sugli strumenti e sulle competenze che andranno messe in campo nella fase di ripartenza
“Più che sul problema, concentriamoci sulle soluzioni. A chi dice che siamo tutti sulla stessa barca dico che si sbaglia, semmai siamo tutti dentro la stessa tempesta”. La massima è di Mauro Uliassi (nella foto a fianco), 3 stelle Michelin che ha portato il suo contributo all’interno del convegno on line “L’economia del territorio ai tempi del Covid 19: nuove strategie per nuove opportunità” organizzato dal Centro Studi Economia e Territorio in collaborazione con il Centro per l’Innovazione e l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche e il contributo della Regione Marche.
“Dovremo predisporci ad indossare una nuova pelle – incalza il popolare chef – perché saranno cambiate le regole del sistema economico. Piuttosto che piangerci addosso davanti alle difficoltà che ci stanno attanagliando, invito tutti a ripensare a come interpretare i nuovi scenari, modificando i propri modelli di business e le rispettive declinazioni”.
Ma è anche opportuno che ognuno possa uscire dalla propria zona di comfort e si assuma il rischio di avventurarsi in nuovi percorsi e in nuovi progetti.
“Proprio perché cambierà la modalità dell’incontro tra domanda e offerta, io sto pensando con i miei collaboratori di riattivare il progetto dello street food con la nostra roulotte ‘Uliassi street food’, che spesso abbiamo utilizzato nel momento in cui abbiamo ricevuto le tre stelle. Stiamo valutando di posizionarla davanti al Ristorante ed adibirla a take away mantenendo così produttiva la cucina. Questo ipotetico prospetto è subordinato ad un concetto ferreo: finché non ci saranno in commercio vaccini contro il Covid 19, non si potrà pensare di ritornare ad una vita normale come la concepivamo prima di questa pandemia. Se non ci saranno le adeguate certezze sanitarie, tutti i progetti di business diventeranno inutili e superflui”.
Il professor Donato Iacobucci, delegato del Rettore per l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche e direttore del centro per l’imprenditorialità e innovazione dell’Ateneo, ha affermato: “
Il professor Donato Iacobucci, Delegato Rettorale per l’imprenditorialità dell’Università Politecnica delle Marche e Direttore del Centro per l’imprenditorialità e innovazione dell’Ateneo, ha fornito un quadro macroeconomico per comprendere il possibile impatto quantitativo della crisi sanitaria in atto, sul sistema Italia e sulla nostra Regione.
“Ci sono due elementi di forte diversità rispetto alla crisi precedente – ha affermato Donato Iacomucci – il primo è che nel 2008 c’era stato un rallentamento graduale, mentre ora il blocco è totale. Il secondo elemento è rappresentato dalla forte selettività in termini di diversità di impatto, che ci si aspetta tra settori. Una stima fatta da Cerved sulle società di capitali mostra come alcuni settori rischiano variazioni davvero alte come mai, rispetto alle precedenti crisi: pensiamo al turismo. Nello stesso tempo alcuni settori già in questo momento sono con segno positivo, come il commercio on line, la distribuzione alimentare moderna, l’ingrosso dei prodotti farmaceutici, gli apparecchi medicali e le specialità farmaceutiche.
Per Giorgio Giovannini, Adriatic Area Manager Credito Valtellinese Group “le banche stanno supportando le imprese. Sicuramente non posso nascondere che gli istituti di credito stiano attraversando una fase delicata nell’ottica di eseguire correttamente gli input che arrivano dal Governo. Ma con serietà e trasparenza stiamo già processando le domande ricevute affinché il sistema produttivo possa tornare a correre e ad essere nuovamente attivo. Il nostro principale fine è di sostenere il credito e supportare gli investimenti che gli imprenditori dovranno necessariamente fare per rendere la propria attività competitiva. Penso a nuovi modelli di business e alla presenza necessaria nel settore digitale. Gli istituti di credito devono essere dei soggetti che possano facilitare la visione manageriale di impresa”.
Un occhio particolarmente attento andrà rivolto alla digital trasformato poichè secondo Maurizio Mazzanti, Digital Marketer nonché fondatore di Reborn Ideas “il confinamento forzato ha obbligato milioni di persone a usare sempre di più strumenti digitali. Home working, ricette mediche elettroniche, acquisti online sono diventati la quotidianità e questo impatta anche sul mondo del lavoro, che sta vivendo una accelerazione sotto l’aspetto della accelerazione digitale. Gli strumenti c’erano anche prima, quello che a volte mancava era la volontà di usarli. Le aziende digitali sono più portate all’uso efficiente della tecnologia e sono l’esempio da seguire, ma nel 2020 tutte le aziende sono digitali”
Fabio Racchini Digital Expert e fondatore di WoW Factory, ha posto l’accento su quali saranno i nuovi paradigmi del digital marketing e le nuove forme legate all’esperienza utente di cui devono tenere conto i brand: “Le aziende possono e devono in questo momento adottare tecnologie e conoscenze idonee al cambiamento epocale che stiamo vivendo. Tutto ciò implica una rivisitazione dell’approccio gestionale alla propria filiera digitale, sia nelle Pmi sia nelle grandi aziende. Il nodo cruciale è il cambiamento della visione da Customer a Market Centric, coinvolgendo la spesa in tecnologia che passa da essere investimento a puro costo operativo”.
“Abbiamo auto 150 iscritti – hanno affermato Mario Pelonghini presidente del CSET e Alessandra Micozzi, ricercatrice del centro per l’innovazione e l’imprenditorialità’ dell’Univpm, entrambi organizzatori del convegno – siamo stati costretti a bloccare le adesioni poiché non avevamo più disponibilità. Siamo stati ben felici di supportare gli imprenditori in questo confronto perché è fondamentale che tutto il nostro tessuto produttivo acquisisca le competenze per potersi confrontare con un mercato che è stato travolto e mutato dal Covid 19. Se non capiamo che il modo di fare impresa che veniva utilizzato prima della pandemia non è più valido, correremo il serio rischio di non poter essere all’altezza dell’impegno di cogliere le opportunità che il contesto ci offrirà. Penso alla digitalizzazione, alla sfida di capire nuove vie per gestire la produzione e alle nuove esigenze dei clienti”.
Infine Pelonghini ha concluso spiegando che “come Centro Studi continueremo ad essere al fianco dei nostri imprenditori e dei nostri professionisti per vincere le prossime sfide”.