UN MESSAGGIO DI SPERANZA NEL NUOVO ALBUM DI J.P. BIMENI
Nel suo secondo album Give Me Hope assieme alla band spagnola The Black Belts, il cantante di origine burundese J.P. Bimeni trasuda ottimismo, vulnerabilità e una profonda consapevolezza di se stesso, il tutto condito dalla sua voce espressiva.
Il cantante londinese di origine burundese J.P. Bimeni non ha proprio una visione rose e fiori del mondo, ma trasuda ottimismo nel suo secondo disco con il gruppo funk spagnolo The Black Belts, intitolato Give Me Hope, dove rimanda al primo Otis Redding e medita sull’ambizione, il senso di comunità e l’amore.
Give Me Hope spazia dal classico sound Motown anni ’60 al soul di ispirazione Stax Records, dalla psichedelia all’afro-funk. Ispirato da leader come Martin Luther King Jr. e James Stern (il cui nome da anche il titolo ad un potente brano funk dell’album) e spinto dalla saggezza di creatori prolifici come Lee Scratch Perry, Bimeni mostra profonda consapevolezza e vulnerabilità senza però perdere sensibilità pop.
Discendente della famiglia reale burundese con genitori con posizioni politiche contrastanti col governo, Bimeni fugge dal suo paese all’età di 15 anni durante la guerra civile e il genocidio del 1993 e si trasferisce nel Regno Unito grazie a una borsa di studio delle Nazioni Unite. “La musica per me è una via di fuga”, afferma. “Ti rendi conto di avere un raggio d’azione molto più vasto di quanto ti aspetti, devi chiederti: cosa sto cercando di esprimere? Chi sono?”.
J.P. Bimeni si mostra resiliente e coscienzioso ed esprime una profonda, e a tratti dolorosa, spiritualità nell’evocare la speranza. Dopo una giovinezza fatta di esperienze incredibilmente tumultuose, la convinzione di Bimeni che l’amore sia il nostro futuro collettivo è sempre al centro della sua espressione creativa. Mentre il suo debutto acclamato dalla critica è stata una gioiosa celebrazione del successo, Give Me Hope è una contemplazione più profonda sul bisogno di unità e di un senso di comunità globale.
Come il suo idolo Otis Redding, Bimeni è maestro sia della disperazione che dell’estrema gioia. Give Me Hope si apre con una cover del brano midtempo di Eddie Holman “Four Walls” del 1969, in cui viene espresso il rimpianto di aver perso un amore dato per scontato. In “Not In My Name”, un brano pop-soul con un messaggio, Bimeni incoraggia lo spirito di comunità che dovrebbe accomunare tutti gli abitanti della terra. Le ballate dell’album diventano metafore dell’amore verso il prossimo, inserendo accenni di gospel e la dolcezza di Sam Cooke in “Find That Love” e “When Everything Is Wrong”.
Give Me Hope tratta anche temi complessi dell’interiorità e nel brano “Guilty and Blessed” Bimeni ricorda la sua storia personale di traumi e guerre. Centinaia di migliaia di persone sono morte nel genocidio del Burundi del 1993, inclusi alcuni dei suoi giovani amici. Nonostante i suoi successi, Bimeni è spesso tormentato dal senso di colpa dell’essere un sopravvissuto. “Conosco persone che probabilmente meriterebbero più di me”, dice, “Mi sento fortunato ad essere sopravvissuto”.
A completare l’album ci sono la title track super funky “Give Me Hope” e “Mathematics”, in cui fiati taglienti e una linea di basso incalzante evocano sia Sharon Jones & The Dap-Kings che Fela Kuti. Bimeni rende omaggio ai suoi eroi in “James Stern”, una storia psichedelica dell’attivista afroamericano autore della distruzione di un gruppo neonazista, aggiungendo ai temi dell’album il concetto di autodeterminazione. Infine, lo swing carico di fiati “Precious Girl” esplode in un brano perfetto per la pista da ballo, sostenuto dall’incredibile profondità vocale di Bimeni.
Give Me Hope è pubblicato da Lovemonk Records nei formati CD, digitale e vinile.