Uniurb e Fanoateneo, Gragnola: “La presenza del nostro ateneo ci guidi verso lo sviluppo economico”
“La rinnovata convenzione triennale, siglata nel 2022, testimonia l’attenzione che la Fondazione Carifano, attraverso Fanoateneo, nutre nei confronti dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo”. Il presidente Giorgio Gragnola ha così sottolineato il valore della presenza della sede dell’ateneo urbinate nella città di Fano, a margine del primo incontro del ciclo di seminari organizzati dalla Sezione di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, in collaborazione con Fondazione Carifano.
“Questi seminari confermano e legittimano il cammino che abbiamo iniziato 26 anni fa, nell’ottica di offrire ai nostri giovani la possibilità di intraprendere un percorso universitario nella nostra città. Abbiamo investito milioni di euro per la riqualificazione di Palazzo San Michele così da dare slancio ai due corsi di laurea presenti”.
Gragnola poi guarda al presente indicando il futuro: “Nella sottoscrizione della nuova convenzione abbiamo rafforzato i benefici legati a questo progetto che fa dello scambio tra accademia e contesto territoriale il proprio elemento caratterizzante. Infatti, nel nuovo accordo triennale abbiamo portato a 180 mila euro il contributo complessivo della nostra Fondazione, perché riteniamo che l’università sia un attore fondamentale nello sviluppo e nella crescita del nostro territorio. E’ stato stabilito che il 75% delle risorse stanziate da tutti i soggetti che fanno parte di Fanoateneo siano destinate ad attività di ricerca con l’obiettivo di aumentare le opportunità, sia in termini occupazionali per gli studenti, sia sotto il profilo della competitività e dell’innovazione. Del resto, dalla ricerca dipende la nostra salute, la nostra sicurezza, la nostra capacità di costruire un futuro migliore. Proprio per questo motivo abbiamo una grande aspettativa verso questo nostro polo didattico di eccellenza, che va sostenuto così da rendere più nutriente e proficuo il rapporto con il tessuto imprenditoriale, in una prospettiva di sviluppo sociale, economico e tecnologico. Vogliamo misurare i risultati e le attività che vengono svolte, affinché si possa puntare a traguardi sempre più ambiziosi e stimolanti. L’università non deve essere al centro del territorio, ma deve assumersi l’onere di essere il suo driver economico. Compito oneroso e complesso, ma il tentativo di raggiungerlo non può che portare effetti positivi”.