WKO SECONDO APPUNTAMENTO DEL CICLO “TRA IL 20 E IL 21” LA CORDA ROTTA UN VIOLONCELLO NEL GHETTO DI TEREZIN

WKO SECONDO APPUNTAMENTO DEL CICLO “TRA IL 20 E IL 21” LA CORDA ROTTA UN VIOLONCELLO NEL GHETTO DI TEREZIN

Domenica 24 gennaio dal “Salotto del Teatro di Cagli” in diretta online su FB racconto per parole e musica di Guido Barbieri.

Valentina Coladonato soprano, Paolo Marzocchi pianoforte, Barbieri voce recitante

Domenica 24 gennaio alle 17:00, in diretta online dalla pagina FB della WKO (@WunderKammerOrchestra) e in differita dal canale YouTube (channel: WunderKammer Orchestra), per “Le conversazioni della WunderKammer” secondo appuntamento del ciclo “Tra il 20 e il 21” organizzato dalla WunderKammer Orchestra (WKO) in collaborazione con Istituzione Teatro di Cagli.

Per celebrare le vittime dell’Olocausto – commemorate nel Giorno della Memoria il 27 gennaio – dal Salotto del Teatro di Cagli va in scena “La corda rotta. Un violoncello nel ghetto di Terezin”, spettacolo di parole e musica ideato e scritto dal drammaturgo e musicologo Guido Barbieri, con il soprano Valentina Coladonato, Paolo Marzocchi al pianoforte e voce recitante dello stesso Barbieri.

Tra il 1941 e il 1944, Terezin è una fabbrica d’arte che lavora giorno e notte, come in nessun altra città europea: centinaia di concerti, decine di opere liriche, spettacoli teatrali e di cabaret, mostre d’arte, film, riviste, conferenze, lezioni. Non è una ridente cittadina della Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca) molto vivace culturalmente ma una fortezza militare trasformata da Reinhard Heydrich, uno dei capi delle SS, in un ghetto “modello” riservato agli ebrei anziani e “illustri”. Un lager con funzione di smistamento e transito per Auschwitz che i nazisti individuarono come luogo ideale per parcheggiare attori, pittori e musicisti ebrei destinati allo sterminio. Qui si ritrovò buona parte dei più grandi artisti europei del momento i quali fecero fiorire una straordinaria produzione musicale (e non solo) per quantità e importanza, spinti da una potente e disperata necessità creativa.

Tranne uno, scritto da Paolo Marzocchi su una melodia preesistente, gli altri cinque brani in programma sono stati composti all’interno del campo di concentramento. Sei pezzi tenuti insieme da un racconto, un filo conduttore narrato da Barbieri che prende le mosse da un piccolo episodio “di amore e sopravvivenza” (come lo definisce l’autore) che dà il titolo allo spettacolo. Gli autori di queste musiche sono Ilse Weber musicista e potessa cecoslovacca, autrice affermata di libri per bambini, Viktor Ulmann, austriaco, nato nel 1898 era il decano del campo, compositore già noto e attivo nella Praga prima dell’invasione nazista, anche ottimo pianista e direttore d’orchestra, e Gideon Klein, tra i più giovani, già enfant prodige aveva iniziato una carriera di pianista di altissimo livello ed anche di compositore.

Gideon Klein caricato sul treno per Auschwitz del 1° ottobre 1944, fu trasferito in seguito nel campo di lavoro di Fürstengrube e ucciso dai soldati nazisti, in circostanze mai chiarite, il 27 gennaio del 1945, lo stesso giorno in cui l’Armata Rossa liberava per sempre il campo di Auschwitz. Ilse Weber trasportata con il treno del 5 ottobre fu giustiziata ad Auschwitz insieme al figlio il giorno successivo. Viktor Ulmmann il 16 ottobre salì con gli altri colleghi su un treno diretto a Birkenau dove il giorno dopo, il 17 ottobre 1944, i 1390 artisti di Terezin furono passati, tutti insieme, per le camere a gas.

Gli appuntamenti successivi.

  • Domenica 21 Febbraio 2021, “Charles Ives, l’assicuratore che componeva il futuro”
  • Domenica 21 Marzo 2021, “Primavera con Beethoven”
  • Domenica 18 Aprile 2021, “Chi ha paura della nuova musica, che poi così nuova non è…? 2. La grande fuga (del pubblico)”

Potrebbero interessarti anche...