Le parole sono le nostre compagne di vita, costruiscono mondi, tracciano strade, disegnano rotte verso sconosciuti, s’arrampicano sulle nostre felicità, si nascondo dentro il dolore, sono nei fiori e nelle canne dei fucili, nei baci e nei coltelli, immaginano incidono e sognano con noi.
Scrivere una storia è un atto di superbia ed egoismo, ma è proprio in quella superbia e in quell’egoismo che risiede il fascino del testo.
Noi vi chiediamo di peccare, dunque, sia di superbia sia di egoismo; vi chiediamo di superare i limiti e condurre la vostra Storia fino a noi. Vi chiediamo di farci amare le vostre parole di renderle ammalianti fino all’inganno, come le storie che cantano ancora oggi le Sirene di Ulisse.
Non ci interessa la verità, non ci interessa l’impegno, non ci interessa neanche la trasgressione, per meglio dire ci interessa tutto: ci interessa leggere una Storia che ci faccia innamorare, che pompi linfa al nostro cuore, che ci abbagli occhi e mente, che ci tagli la pelle, così da illuderci, proprio grazie alle parole, che un giorno ancora sarà possibile. |