La ciclabile ai margini dei binari è la scelta giusta
Si può non condividere la scelta della pista ciclabile lungo l’ex ferrovia metaurense ma, soprattutto se si hanno cariche pubbliche, bisognerebbe motivare la contrarietà, magari con credibili proposte alternative per il bene di tutto il territorio.
Le autorità nazionali, regionali e comunali che parlano di metropolitana sanno che per legge non è possibile il passaggio a raso nei centri abitati di convogli commerciali? pare di no, nonostante lo confermi un disastro come quello di Viareggio.
Chi parla di fascia di rispetto ferroviario sa che, causa dismissione, i vincoli sono decaduti per cui sono stati legittimamente costruiti o ampliati edifici addirittura a m 2,35 dai binari?
Qualcuno ha chiesto alla proprietà (RFI) se vuole riattivare una linea di cui per una cinquantina d’anni ha chiesto la dismissione? Se lo avesse fatto, avrebbe avuto la stessa risposta data, direttamente o indirettamente, almeno dal 2012: un no deciso e motivato, come quello espresso anche da tutte le Università e CCIAA delle Marche.
Nonostante tutto questo, il progetto di fattibilità tecnico-finanziario elaborato lo scorso anno dagli Uffici regionali garantisce la conservazione dei binari il cui paventato smantellamento non avverrà mai per due semplici motivi: la Regione Marche si opporrebbe, come ha già fatto, e poi non conviene, visto che il solo smaltimento delle traversine costerebbe una decina di milioni.
Inoltre, secondo un sondaggio di alcuni anni fa, la ciclabile “incontra il favore di chi risiede soprattutto nei comuni posti sul tracciato della linea o ad una distanza di pochi chilometri da essa (la maggior parte dei comuni della valle del Metauro). Si tratta di cittadini che percepiscono la ciclabile come una reale opzione di spostamento per tratte brevi o brevissime”, ed inoltre favorisce il cicloturismo, anche in vista della realizzazione della Ciclovia adriatica e della Ciclovia Alto Appennino Marchigiano (CAAM) sulla quale hanno puntato ben nove Comuni dell’entroterra.
Nei giorni scorsi è stato anche risolto un problema burocratico e non si vedono motivi validi per elaborare un nuovo progetto che, stando alle informazioni circolate, necessiterebbe di espropri, passerebbe anche lungo strade trafficate e non avrebbe le caratteristiche di qualità e sicurezza di una infrastruttura utile per la mobilità quotidiana e lo sviluppo cicloturistico del territorio.
Il timore è quindi che vengano sprecati milioni di euro e tempo, privando il territorio di questa importante opera.
Pe questo è giusto insistere per una ciclabile ai margini dei binari approvata dalla stessa RFI e voluta soprattutto da tutti i Sindaci da Fano a Fermignano, che sono i più fedeli interpreti delle vere esigenze dei rispettivi territori.