BLUE RESILIENCE” – Ricerca applicata e disinquinamento marino nelle aree soggette a tutela ambientale
Migliorare la qualità delle acque e delle spiagge della Riviera del Conero attraverso una sinergia tra pubblico e privato che includa la collaborazione degli enti di ricerca e le aziende di settore. E’ questa la mission su cui si fonda l’iniziativa “Blue Resilience” all’interno della campagna “Adotta una Spiaggia” e che, di fatto, trova nella stretta di mano tra Ente Parco del Conero, Univpm, Guardia Costiera e Garbage Group un sodalizio rivolto non solo alla tutela e alla salvaguardia delle aree protette, ma anche al monitoraggio e alla ricerca scientifica. L’iniziativa, che si svolgerà nella giornata di venerdì 28 maggio e che coinvolgerà l’arenile e lo specchio di mare compreso tra il Trave e la spiaggia della Vedova si avvarrà del supporto delle associazioni di volontariato Marevivo e 2Hands.
Prosegue l’attività di bonifica e salvaguardia dell’area marina e di terra con azioni mirate di disinquinamento nelle zone soggette a tutela ambientale. Dopo il grande successo dell’iniziativa “PortoNuovo” che lo scorso 22 maggio ha visto il Parco del Conero e Garbage Group impegnati in un’intensa giornata di pulitura di mare e spiaggia lungo la Baia all’altezza della Torre, il nuovo intervento previsto per venerdì 28 maggio si fregerà della collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente e del supporto della Guardia Costiera. Mentre sul fronte del volontariato saranno le associazioni Marevivo e 2Hands a fornire il loro apporto.
«Attraverso questa iniziativa si continua verso un sostanziale percorso di adesione ad operazioni di volontariato che mirano alla salvaguardia e alla tutela delle nostre coste – commenta il presidente del Parco del Conero, Daniele Silvetti – e in questo caso specifico, il valore aggiunto risiede nella collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche che attraverso l’operazione di ricerca e raccolta dati donerà all’intervento un taglio e un approccio di tipo scientifico. Un progetto più ampio, dunque, che nel connubio strategico tra enti pubblici e settore privato punta ad ottimizzare le risorse del territorio per il raggiungimento degli obiettivi: su tutti la manutenzione del patrimonio naturalistico in un’ottica di attrattività economico-turistica sostenibile».
Una profonda azione di bonifica mare-terra che si concretizzerà nella raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti provenienti tanto dalla costa quanto dallo specchio di mare interessato (sia in superficie, che nei fondali). L’area di intervento sarà oggetto di ricerca scientifica pre e post operazione, con tanto di pubblicazione dei risultati ottenuti.
«Il tema della salute del mare è di fondamentale importanza in un Paese come il nostro – spiega il Rettore dell’Univpm, prof. Gian Luca Gregori – non solo per le funzioni fondamentali che svolge per la vita nel pianeta, ma anche per le enormi possibilità di sviluppo e crescita economica. Oggi il mare è minacciato da numerose pressioni e tra queste vi è certamente l’inquinamento da plastica. La ricerca sta facendo passi enormi nella conoscenza di questo fenomeno e Univpm ha un ruolo riconosciuto a livello internazionale coordinando importanti progetti di ricerca. Al contempo è fondamentale anche creare sinergie ed approcci multidisciplinari tra comunità scientifica, enti, organi di governo, mondo produttivo, associazioni ambientaliste e cittadinanza. Con Marevivo ed Ente Parco del Conero, Univpm ha aderito alla campagna “Adotta una Spiaggia” per dare un ulteriore segnale concreto di quanto la ricerca scientifica possa essere vicina alle richieste della società civile. Con questo progetto applichiamo i principi dell’economia circolare coniugando attività di pulizia delle coste e difesa dell’ambiente, sviluppo produttivo e innovazioni tecnologiche, riutilizzando questi materiali, trasformando i rifiuti in risorse.
«Per molti anni abbiamo ritenuto la plastica un inquinamento solo estetico, in grado di rovinare la bellezza del paesaggio – specifica il prof. Francesco Regoli, Direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Univpm – Oggi la produzione di plastica ha superato i 400 milioni di tonnellate per anno, almeno 10 milioni di tonnellate finiscono in mare e la ritroviamo ovunque, dai poli all’equatore, fino agli abissi. Ma la plastica che vediamo è solo la punta dell’iceberg perché questi materiali si degradano lentamente in particelle microscopiche, invisibili ad occhio nudo ed ingerite da tutti gli organismi marini. Queste microplastiche hanno effetti subdoli, spesso difficili da diagnosticare, e possono portarsi dietro sostanze tossiche. Il DiSVA sta coordinando il progetto RESPONSE che vede coinvolti 14 Istituti europei per caratterizzare il rischio delle microplastiche in mare, ma anche per aumentare la consapevolezza su questa importante tematica. Il Conero rappresenta un ambiente unico per sviluppare nuovi modelli di monitoraggio e gestione dell’inquinamento da plastica coniugando la ricerca con la formazione, l’educazione, la riscoperta del capitale naturale e delle nuove opportunità imprenditoriali legate alla tutela dell’ambiente marino».
«Quella di domani mattina sarà un’iniziativa pilota per la costruzione di un modello di attività di bonifica e disinquinamento molto peculiare – ha dichiarato Paolo Baldoni CEO di Garbage Group – e lo si evince già dal nome: Blue Resilience. Come spesso accade nel nostro settore gli interventi sono dettati dalle emergenze ambientali, pensiamo ad esempio allo sversamento di idrocarburi in mare e, in questo caso, gli stessi sono tempestivi, repentini e muscolari poiché devono soddisfare un’esigenza che porti a dei risultati immediati dove il fattore tempo è determinante. Questo sistema, peraltro rodato e maturo, a mio avviso, non è adatto alle aree che hanno una loro fragilità e che, proprio per questa ragione, sono sottoposte a tutela ambientale come il Parco Del Conero. L’intervento in questo caso deve ed essere resiliente, in altre parole il meno invasivo possibile, un’azione sostenibile e che abbia nel più ampio concetto della sostenibilità ambientale il suo fine ultimo. Un’operazione chirurgica, con azioni mirate e programmate nel tempo, poco impattanti dal punto di vista ambientale e ad alto contenuto tecnologico, proprio perché supportate dall’azione di ricerca degli enti preposti, così da aiutare un sistema ecologico con delle criticità a ritornare al suo stato iniziale senza recare traumi allo stesso».
Il piano d’azione dell’iniziativa “Blu Resilience” si articola in 8 step, alcuni dei quali si sono già svolti prima di entrare nel vivo delle operazioni di recupero dei rifiuti, come ad esempio le perlustrazioni delle aree interessate e i prelievi di campioni di acqua marina per l’analisi preliminare.
L’attività di bonifica vera e propria, invece, prenderà il via venerdì 28 maggio e vedrà impegnata l’imbarcazione Pelikan di Garbage Group per l’intervento sulla superficie marina. Mentre l’azione sui fondali sarà eseguita dai sommozzatori Camar Sub e Komaros Sub.
Le attività di analisi dei dati post intervento verranno effettuate dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Univpm, cui seguirà la comunicazione dei risultati raggiunti dall’imponente operazione.