FERROVIA FANO-URBINO: SI VEDE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL
Si torna a parlare di ferrovia Fano–Urbino e Tarsi e Pierpaoli, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia di Fano, non possono nascondere un moto di soddisfazione nel vedere che finalmente si sta facendo chiarezza sul tema: ferrovia e ciclabile non possono coesistere sullo stesso tracciato.
Ad affermarlo è niente di meno della legge, il Dpr 753/80, che per motivi di sicurezza prevede le costruzioni a non meno di 6 (sei) metri dal binario. E dal 26 ottobre 2020, data in cui la Corte dei Conti ha registrato il decreto di approvazione dell’aggiornamento del Contratto di Programma tra MIT ed RFI, la ferrovia Fano-Urbino è ufficialmente finanziata, quindi torna ad essere una ferrovia a tutti gli effetti, a cui vanno applicate le norme di sicurezza stabilite dalla normativa. Fine della questione.
Del resto la politica si fà con gli atti e i documenti formali; ma la maggioranza di centrosinistra fanese in questi mesi ha alimentato una inutile quanto dannosa polemica sulla necessità di costruire la ciclabile accanto al sedime ferroviario, in barba a qualunque indicazione di legge.
Una polemica dannosa, perché insistendo su un progetto, che a rigor di legge non avrebbe mai potuto vedere la luce, la giunta fanese ha inutilmente perso del tempo prezioso e rischia di perdere i 4 milioni e mezzo di finanziamento; una polemica sterile, perché ha tentato di insinuare nell’opinione pubblica una presunta superiorità della ciclabile rispetto alla ferrovia.
Eppure noi siamo della convinta opinione che le due opere siano ugualmente fondamentali per lo sviluppo economico, turistico e ambientale del nostro territorio, e che vadano realizzate entrambe, sempre rispettando gli ambiti di effettiva realizzabilità indicati dalle normative.
La vicenda solleva comunque interessanti quesiti politici; infatti, sia il dibattito di questi ultimi 6 mesi, portato avanti dagli irriducibili sostenitori della ciclabile sopra il sedime ferroviario, sia gli atti di giunta della maggioranza fanese a traino PD, non trovano una spiegazione logica di fronte all’esistenza di documenti chiari e a disposizione di tutti, che negano già da mesi questa possibilità. Rimane quindi da chiarire perché la giunta Seri abbia insistito su questa decisione scellerata; rimane anche da chiarire il ruolo del PD pesarese, che in maniera schizofrenica rispetto al PD nazionale, ha sempre ignorato la legge Franceschini-Del Rio (L.128/2017) sulla salvaguardia delle ferrovie turistiche. Per ultimi, gli irriducibili negazionisti della ferrovia lasciano aperto un grave dubbio; dal momento che la ciclabile sopra le rotaie avrebbe rappresentato, ipso facto, la morte definitiva della ferrovia, ci chiediamo: chi potrebbe, in coscienza, sostenere l’inutilità del traffico su rotaia, se non per interessi personali diversi da quelli del bene comune del nostro territorio?
A tutti è oggi chiara, per l’ennesima volta, un’unica evidenza: la modestia della visione strategica della giunta Seri, che invece di caldeggiare la creazione di un collegamento con la città di Raffaello con una infrastruttura ferroviaria di attraversamento di tutta la vallata, di cui Fano sarebbe il nodo iniziale, preferisce realizzare la ciclabile Fano–Bellocchi-Carrara (corrispondente a ciò che si potrebbe realizzare con il finanziamento disponibile).