LETTERA DEL SINDACO SERI: 2022, ricominciamo a sognare
«Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più». (Sant’Agostino)
Ogni anno, a fine anno, come da tradizione, avvolti tutti da una ”magica atmosfera natalizia” che rende (forse) più buoni, si porgono e si ricevono auguri di prosperità, felicità, amore ed ogni bene per l’anno che verrà.
Voglio dunque condividere con voi alcune riflessioni personali.
Nel breve intervallo di tempo che separa il vecchio dal nuovo, il passato dal futuro, nell’attesa dell’anno che verrà, il pensiero tende a liberarsi della sua razionalità e vola con l’immaginazione per staccarsi per un po’ dalla realtà, di questi tempi come sappiamo, cupa e carica di paure, nella speranza che l’anno nuovo porti a tutti belle novità.
Il nuovo anno è atteso come tempo oggettivo e indipendente dalla nostra volontà: è quel futuro in cui, come per fatalità, si realizzeranno sogni, desideri, progetti…
Peccando anche un po’ di ingenuità e suscitando qualche sorriso, si potrebbe pensare all’anno che verrà come a quel tempo futuro dove le cose cambieranno: la fame nel mondo sarà risolta, le guerre cesseranno, tutte le malattie saranno debellate, il male sarà sconfitto e il bene trionferà per sempre.
Lo so, sto enfatizzando! Ma è per dire che mai come in questi ultimi anni colpiti pesantemente dagli effetti dalla pandemia sentiamo questo bisogno incessante di buttarci alle spalle ogni dolore, ogni negatività, ogni malinconia.
L’arrivo dell’anno nuovo è, a dispetto dell’oggettiva realtà, accompagnato da ottimismo e speranza: permette di illuderci che, volendo, si possa mettere un punto fermo sul passato per andare accapo e ricominciare.
Ma il tempo non si ferma, né ricomincia.
E’ piuttosto un continuo scorrere e divenire della vita, in una sorta di cerchio in cui tutti i fatti in cui si è coinvolti, percepiti come temporali, sono il risultato di relazioni di precedenza e successione tra eventi e memorie; mentre passato e futuro sono scanditi con le ore, i giorni i mesi e gli anni che abbiamo inventato, creando l’illusione che gli avvenimenti e le cose che accadono, inizino e finiscano.
Anche lo scorso anno dunque, come ogni anno, a fine anno, nell’attesa del 2021, sono state fatte considerazioni e riflessioni sul quel tempo che ormai finiva; mentre sono stati rivolti e ricevuti auguri e soprattutto, sperato per futuro prossimo ad arrivare. Abbiamo bisogno di fantasticare un po’, di sognare e continuare a sperare: un progetto non portato a termine, un desiderio non avverato, un problema non risolto. Abbiamo bisogno di amore e bontà per dare un senso alla vita e all’umanità. Abbiamo bisogno di vicinanza, fisica indubbiamente, perché la pandemia ci allontana per forza, ma anche di vicinanza morale, che unisca e non separi. Pensare ad ogni nuovo anno come al futuro in cui qualcosa di buono succederà, un senso alla vita, sicuramente lo dà. Il 2021 è stato l’anno della sensibilità, della responsibilità, l’anno di una città che stringe i denti e che non si dimentica dell’altro, che resta unita e non lascia indietro nessuno.
Quello del 2022 sarà invece l’anno della metamorfosi. La città cambierà pelle per affrontare le prossime sfide: dalla qualità della vita, alla mobilità urbana, dalla crescita economica all’occupazione, senza mai dimenticare i principi di equità sociale e solidarietà che sempre ci hanno contraddistinto.
In concreto, tante le partite da giocare: nuovi cantieri in apertura, asfaltature, risorse del Pnrr e grandi opere pubbliche (Waterfront, Interquartieri, ecc.). Ma anche progetti ad alto contenuto umano e culturale, progetti innovativi per il turismo e l’immagine della Città. Ricominciamo a sognare!
Ecco allora, questo il mio buon proposito e l’augurio che voglio estendere a tutti voi.
E’ capodanno! Non rinunciamo a sperare, ad abbracciarci e, perché no, ricominciamo a sognare… il sogno, lo diceva Goethe, ha in sé una forza spirituale immensa. Sono certo che a ciascuno di noi, ma proprio a ciascuno, qualcosa di bello accadrà.
E se anche quest’anno non dovesse succedere, ci sarà un altro nuovo anno e un altro ancora e ancora .
Massimo Seri – Sindaco di Fano