DA FANO A HAMDEN… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ottantanovesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Vittoria Tonelli, che dall’agosto di quest’anno vive negli Stati Uniti.

Ciao Vittoria, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Ho scelto di trasferirmi negli Stati Uniti perché il mio obiettivo era quello di riuscire a conciliare il mio percorso accademico e sportivo. Ho vinto una borsa di studio che mi ha aperto la strada a questa opportunità e mi è sembrata subito una grande occasione. Sono una studentessa alla Quinnipiac University, in Connecticut, studio biologia e faccio parte della squadra universitaria di pallavolo di Division 1. Sto conoscendo una nuova cultura, una lingua e tante persone. Mi rendo conto che grazie a questa esperienza sto crescendo sotto diversi punti di vista e ne sono molto felice>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Sto proprio all’interno di questo college privato che sorge all’interno dei confini della cittadina di Hamden, che ha più o meno gli stessi abitanti di Fano. Qui sono immersa nella natura, col grande parco “Sleeping Giant” che si estende giusto di fronte al nostro campus, ma anche ad un passo da città più popolose. Vivo infatti a soli dieci minuti di macchina da New Heaven, dove è situata la famosa Università di Yale. Lì è pieno di locali, ristoranti, negozi e musei e durante le giornate senza allenamenti e lezioni mi piace passarci il tempo con le amiche. In circa due ore posso invece raggiungere New York e Boston, metropoli davvero piene di fascino>.

Cosa ti manca di Fano?

<Fano per me è casa, non nascondo che vivere così lontano a volte sia difficile. Mi mancano la mia famiglia ed i miei amici, nonostante io senta il loro supporto e sostegno ogni giorno. Di Fano mi mancano poi il mare e la buona cucina>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Prima di partire avevo paura che la lingua potesse essere l’ostacolo maggiore, fortunatamente però così non è stato. Il primo mese mi è servito per ambientarmi, parlavo poco e ascoltavo tanto, ma poi tutto ha preso il via. Devo ammettere che abituarmi alla nuova routine di allenamenti al mattino presto e lezioni nel pomeriggio è stato un po’ complicato, col tempo comunque ho cominciato ad apprezzare anche questo>.

C’è qualcosa che porteresti dagli USA?

<Sono due mondi completamente diversi ed entrambi affascinanti, proprio perché unici. Negli Stati Uniti le infrastrutture sono enormi: scuole, palazzi, strade e palestre. È tutto gigantesco e le città sono molto dinamiche ed efficienti, mentre Fano offre storia, sicurezza, ospitalità e “tranquillità”. Sono realtà con caratteristiche molto differenti, ma che le rendono originali e pertanto io non le cambierei>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un americano?

<Uno statunitense rimarrebbe affascinato nel visitare tutta la città, proprio perché molto diversa da quelle americane. Penso che rimarrebbe colpito soprattutto dal centro storico e dalle nostre spiagge, senza dimenticare tutti i nostri ristoranti>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Ho avuto la fortuna di viaggiare abbastanza in pre-season. Mi sono piaciute molto Chicago, Charleston, Philadelphia e Boston, ma la mia preferita è senza dubbio New York. Della Grande Mela mi affascina l’imponenza dei grattacieli e il dinamismo che si avverte per le strade con persone provenienti da tutto il mondo, che mi trasmette tanta energia>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Ecco, negli Stati Uniti in realtà è difficile trovare un vero e proprio piatto tipico. Probabilmente la loro specialità è il fast food, come hamburger, hot dog, patatine fritte, pollo fritto e mille tipi di salse diverse. Si possono trovare ovunque però ristoranti italiani, giapponesi, cinesi, spagnoli, greci e turchi. Onestamente credo che uno statunitense rimarrebbe molto più impressionato nel provare i nostri piatti, piuttosto che il contrario>.

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