A proposito di turismo, Confesercenti: “No, non è proprio tutto rose e fiori”
Turismo sold-out e stagione a gonfie vele? A Fano, secondo Confesercenti il quadro è molto più variegato: “Riceviamo da parte dei nostri associati segnalazioni che ci fanno pensare come la situazione sia differente da quella, tutta rose e fiori, dipinta nei giorni scorsi sulla stampa da Luciano Cecchini in rappresentanza degli albergatori –spiega Stefano Mirisola vicepresidente Confesercenti Fano- i turisti ci sono ed è giusto dare segnali di positività, ma occorre anche essere realistici: quando si parla di sold out per gli alberghi, infatti, si omette che, a seguito delle difficoltà legate alle normative anti-covid, le strutture ricettive stanno lavorando al 50% delle loro potenzialità e che, quindi, la stagione è, comunque, compromessa”.
“Questo comporta ovviamente ricadute negative su tutto il settore del food, dei bar e sull’intera rete commerciale –prosegue Mirisola- problemi seri ci sono anche per i dipendenti che devono accontentarsi di un lavoro ‘a chiamata’ legato all’incertezza di prenotazioni e di condizioni meteo, con il risultato che molti preferiscono orientarsi su ambiti differenti da quello dell’accoglienza. Senza contare la spada di Damocle del Green pass, provvedimento che, se entrerà in vigore, sarà la mazzata finale per tutta la rete del commercio e del turismo perché da una parte costringerà gli operatori a fare da garanti della sicurezza e, dall’altra, non invoglierà certo i clienti ad entrare nei negozi”.
“Bene, quindi, guardare il bicchiere mezzo pieno –conclude Mirisola- ma attenzione a non dare un’immagine distorta della situazione e, soprattutto, delle nostre categorie, ristoratori e baristi in primo luogo, come di persone che si lamentano senza motivo, quando in realtà stanno facendo affari d’oro, perché, purtroppo, non è così”.
Sulla questione alberghi interviene anche Adolfo Ciuccoli, coordinatore regionale Assoviaggi Confesercenti: “Sarebbe importante che gli alberghi tornassero a lavorare a pieno regime e mettessero parte delle loro camere a disposizione dei tour operator, in una collaborazione più stretta e sinergica tra categorie. In tal modo, non soltanto potremmo riempire le strutture ricettive, ma anche incrementare il livello di occupazione e il turismo, dando lavoro ad alberghi, ristoranti e bar, ed anche a tutto l’indotto”.