Arrivederci alla III edizione dal 24 al 31 agosto 2024 del Bel Canto Ritrovato

Rudolf Colm sovrintendente de Il Belcanto ritrovato

Il 3 settembre in quel gioiello di teatro che è il Piermarini di Matelica, intitolato nientemeno che all’architetto del Teatro alla Scala di Milano, si è conclusa la seconda edizione del “Festival nazionale Il Belcanto ritrovato”.
Anche questo appuntamento è sfumato come tutti quelli che lo hanno preceduto sulle note della famosissima “Tarantella” di Luigi Ricci, napoletano e main composer di questa edizione del festival, il brano di musica operistica italiano più conosciuto al mondo senza peraltro che si sappia che è di Luigi Ricci.
Ma qui sta proprio il DNA del nostro festival: riproporre in prima esecuzione mondiale in epoca moderna musiche dimenticate, oppure anche musiche conosciute ma di cui si ignora chi le abbia scritte realmente. Come è stato nel caso del concerto di apertura eseguito a Fano e replicato a Urbino intitolato “I Nostri per Rossini”: sinfonie, arie e brani d’insieme tratti da opere di Rossini che però sono stati composti da altri autori sconosciuti o dimenticati per il grande Gioachino, soprattutto quando era alle strette con i tempi.
Anche l’opera che abbiamo proposto quest’anno al Teatro Sperimentale di Pesaro, “Il birraio di Preston” del main composer Luigi Ricci, è stata perfettamente in linea con questo nostro DNA: un titolo conosciuto in quanto prestato a uno dei grandi romanzi di Camilleri, ma di cui si ignorava l’effettiva esistenza come opera lirica. E questo melodramma giocoso in tre atti si è dimostrato veramente spumeggiante, bello e divertente, creando anche un positivo rammarico nel pubblico: ma perché non lo si poteva ascoltare una seconda volta?
E invece le altre due produzioni del nostro festival si sono potute effettivamente ascoltare due volte: “Il belcanto marchigiano”, in seconda edizione, ha proposto a Fano e Recanati brani inediti tratti da opere di sei compositori marchigiani, mentre il concerto “In viaggio col belcanto: Napoli” ha presentato brani di “musica nuova” dell’Ottocento napoletano di cinque autori, con prevalenza di opere di Luigi Ricci, di cui si è voluto arricchire il profilo d’autore.
Chiusa questa edizione, la macchina del festival si è già rimessa in moto per ricercare e preparare per il 2024 nuove proposte di belcanto inedito in prima esecuzione mondiale moderna. A breve renderemo noto il calendario e le nuove proposte. Possiamo anticiparvi che è previsto un particolare omaggio alla nostra città di Pesaro nell‘anno in cui Pesaro, già città Unesco per la musica, sarà anche capitale della cultura italiana. E vi assicuriamo che “Il Belcanto ritrovato”, grazie anche al contributo essenziale dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, svolgerà per intero la sua parte!

Saul Salucci sovrintendente de Il Belcanto ritrovato

Eh sì, anche in questo caso possiamo spendere la parola “Renaissance”.
Un termine che ci racconta dei recuperi e delle riscoperte moderne di epoche e di musiche splendide, vengano esse dalla nordica polifonia gotica o dalle coreografie della Firenze rinascimentale, dal melodramma delle corti barocche fino a quello del grande pesarese Rossini.
Con questo festival, una schiera numerosa di compositori si avvicina a noi: essi ci parlano, ci raccontano le loro storie e, soprattutto, ci propongono pagine di musica bellissime, al contempo antiche e nuove per noi che non le abbiamo mai sentite; e noi dello staff lavorando a questa ricerca ne riceviamo un arricchimento tanto prezioso quanto insperato.
La Rinascita di questi autori, oltre che una bellissima sorpresa per tutti, potrebbe poi servire all’ampliamento di un repertorio, quello lirico italiano, che pur continuando a vivere sui tantissimi capolavori di immenso e indiscusso valore, potrebbe arricchirsi e diversificarsi allargandosi a questi “nuovi” musicisti, assegnando loro uno spazio in una più interessante e varia cadenza temporale dei titoli tradizionali nei cartelloni dei teatri.
Così come sinfonie ed arie dei nostri compositori potrebbero aggiungere interesse e vivacità alle programmazioni lirico-sinfoniche delle orchestre. Questo allargamento di programma è già stato sperimentato dall’Orchestra Sinfonica G. Rossini la quale proseguirà su questa strada confortata dal deciso gradimento del pubblico.
Un ringraziamento infine ai numerosi sostenitori; un progetto come IBR poteva nascere solamente col metodo dei tanti mattoncini che costruiscono una grande casa. Importanti infatti sono le esigenze economiche, promozionali ed artistiche di un’iniziativa nata in un periodo in cui i grandi finanziamenti pubblici sono stati da tempo assegnati e l’andamento dell’economia impone ai privati massima attenzione. Avere un numero così cospicuo di cantori, definizione più appropriata del mattoncino, ci riempie di gioia.
Immaginando che un grande coro possa arricchirsi anche di nuovi elementi, speriamo di poter continuare a sentir cantare a gran voce questo inno alla bella musica!

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