Comunità solidale: Comune di Fano e Ambito Sociale avviano un progetto per l’inclusione sociale di persone senza fissa dimora
Il Comune di Fano e l’ATS 6, di cui Fano è il Comune capofila, presentano il progetto Comunità Solidale per l’inclusione sociale di persone senza fissa dimora che vede come parti attive i seguenti soggetti del privato sociale: “Polo 9” Società Cooperativa Sociale – Impresa Sociale, Associazione “Amici di Casa Betania” – Onlus, Società Cooperativa sociale “I Talenti”, “Fondazione Caritas Fano” – Onlus, Associazione Volontariato “San Paterniano” – Onlus.
Obiettivo del progetto è l’attuazione di interventi rivolti alle persone senza dimora del territorio dell’ATS 6 e in situazione di grave emarginazione adulta e di povertà. Gli interventi si basano su tre direttrici:
- Attivazione di un numero dedicato per far fronte all’emergenza sociale connessa al fenomeno delle persone senza fissa dimora e/o in condizioni di marginalità estrema; il numero, gestito da operatori di pronto intervento sociale, sarà attivo nelle fasce orarie in cui non sono attivi i servizi sociali istituzionali (orientativamente, tutti i giorni dalle 20,00 alle 8,00 e H 24 nei giorni di sabato e festivi) nei periodi 1 dicembre 2019/31 marzo 2020, 1 luglio/31 agosto 2020 e nel mese di dicembre 2020. I periodi invernali sono storicamente individuati come periodi critici legati al freddo e ad una maggiore presenza di persone senza dimora sul territorio.
- Attivazione di un servizio di pronto intervento sociale che preveda la presenza di un congruo numero di operatori che possano intervenire, nelle situazioni di emergenza e a chiamata, anche a priori, nella ricerca e nella gestione delle situazioni a rischio e conclamate, con intento preventivo oltre che di soccorso, così da poter anche rilevare e mappare il fenomeno.
- Distribuzione dei beni materiali tramite una diffusione capillare delle risorse. In particolare, si assicura il servizio di supporto in risposta ai bisogni primari e la distribuzione di indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di pronto soccorso, sacchi a pelo e coperte.
I beni saranno messi a disposizione di tutti i senza dimora che insistono nel territorio dell’ATS 6. Il materiale a disposizione degli operatori per la risposta alle richieste urgenti degli utenti verrà organizzato in un magazzino nel territorio di Fano. La distribuzione sarà effettuata con il supporto dell’organizzazione del privato sociale e attraverso l’operatore di pronto intervento sociale.
Il progetto prevede un modello integrato tra servizi pubblici e privati del terzo settore al fine di garantire la gestione, l’efficacia ed efficienza delle iniziative in favore dell’utenza senza dimora. Con la partecipazione dei servizi già attivi sul territorio sarà valutata la situazione dell’utente e verrà costruito e gestito un Piano di Intervento Individualizzato (PI) a misura della persona, mettendo in risalto le sue capacità e inclinazioni; se si riterrà opportuno, le risorse a disposizione verranno impiegate per l’attivazione di un percorso laboratoriale.
Si lavorerà inoltre per sviluppare reti di supporto che possano garantire all’utente un miglior inserimento nel contesto sociale, e per recuperare le reti familiari, amicali e sociali da cui l’utente si è trovato distaccato.
“Questo progetto – spiega la coordinatrice dell’Ats 6, Roberta Galdenzi – parte da un lavoro avviato dal mio predecessore, il compianto Riccardo Borini, e rappresenta una modalità innovativa di attivare interventi e servizi sul territorio attraverso lo strumento della co-progettazione, dove il Terzo Settore e l’Istituzione Pubblica mettono in campo le proprie risorse in forma integrata a favore di un Welfare di Comunità attento ai bisogni del territorio”
“Non a caso questo progetto prende il nome di Comunità Solidale – afferma l’assessore al Welfare di Comunità Dimitri Tinti -: in un momento storico come quello attuale, infatti, in cui assistiamo più che mai ad un aumento dei bisogni, una comunità può dirsi veramente tale se chiama a raccolta tutti i soggetti, pubblici e privati, al fine di prestare attenzione alle persone emarginate e migliorare la qualità della vita delle persone che la compongono. Questo progetto che ho ereditato da chi mi ha preceduto, rappresenta un esempio concreto di Welfare di Comunità, dove l’ente pubblico ha un ruolo di regia e coordinamento e i soggetti del Terzo Settore, che operano nelle diverse realtà del territorio, si attivano in sinergia. È in quest’ottica di sempre maggiore interazione e corresponsabilità tra istituzioni e attori locali che le comunità territoriali possono caratterizzarsi come vere e proprie comunità solidali”.