DA FANO A DUBLINO… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa cinquantacinquesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Tommaso Caldari, che dal gennaio del 2014 si è trasferito in Irlanda salvo una parentesi di sei mesi nel 2017 a Leiden in Olanda.
Ciao Tommaso, come mai hai lasciato l’Italia e qual è la tua professione?
<Non avendo un lavoro, nel novembre del 2012 sono partito per l’Australia insieme a due amici stretti per fare un’esperienza lontano da casa e soprattutto per imparare la lingua inglese. In mano avevo un visto lavorativo, che ti permette di rimanere sull’isola per un anno con la possibilità di poterlo prolungare. Non ebbi modo di farlo però, per cui tornai a Fano alla sua originale scadenza. Dopo un paio di mesi e tante giornate passate a pensare a cosa fare e compiendo ricerche su svariate città dell’Europa, alla fine decisi di riprendere la valigia e di dirigermi in Irlanda con uno dei migliori amici con volo di sola andata ed un ostello prenotato per due settimane. Attualmente faccio il pizzaiolo gestendo una pizzeria in pieno centro, ma prima di questa esperienza avevo effettuato un corso di cinque giorni in provincia di Ancona e poi una volta arrivato a Dublino pian piano mi ero inserito in questa nuova dimensione>.
Quali sono le peculiarità di Dublino?
<Dublino, essendo la capitale della Repubblica d’Irlanda e la città più grande e popolata dell’isola, ha ovviamente tutto ciò di cui potresti aver bisogno ed ogni giorno della settimana puoi trovare qualcosa da fare. Rispetto ad altre metropoli europee è però molto più piccola e meno caotica, quindi più facile e accessibile da girare. Volendo ti puoi muovere anche a piedi, senza prendere mezzi pubblici>.
Cosa ti manca di qua?
<Di Fano, naturalmente, prima di tutto mi manca la mia famiglia. Sono pure diventato zio di una bellissima bambina, di nome Elena, con la quale, vivendo qui, riesco purtroppo a stare solamente quando rientro per le vacanze. Poi chiaramente ci sono gli amici di sempre con cui sono cresciuto, dal primo all’ultimo. L’aperitivo in zona mare o centro storico, il vedersi per un caffè e una chiacchierata, la passeggiata spensierata: diciamo che le cose semplici e quotidiane sono quelle che mi mancano di più>.
Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<Appena arrivati abbiamo avuto difficoltà nel trovare casa, ma a Dublino è così. Nei primi 2-3 mesi, col mio amico, abbiamo alloggiato in 5-6 ostelli non avendo neppure un lavoro stabile che ci consentisse di entrare in un appartamento. E qui, oltre tutto, gli affitti anche solo per una camera sono altissimi. Per me non è stato semplice neppure col primo lavoro, perché ero pagato meno del minimo salariale e non ero trattato benissimo dai miei titolari. Sicuramente però quel periodo mi ha aiutato a farmi le ossa, ho tenuto duro e migliorato nel frattempo il mio inglese creando i presupposti per ottenere qualcosa di meglio>.
C’è qualcosa che porteresti a Fano dall’Irlanda?
<In Italia, più che solamente a Fano, porterei sicuramente la facilità con cui si può fare carriera. Per chi se lo merita o per chi dimostra di voler far qualcosa con la propria vita, le possibilità qua ci sono e sono pure tante. Un’altra cosa che porterei è il modo di fare degli irlandesi: sono persone semplici con le quali entri in confidenza in pochissimo tempo, anche perché sono molto aperti verso gli stranieri ed il prossimo in generale; sono di cuore buono, sempre pronti ad aiutarti e non giudicano chi si hanno davanti>.
Quali luoghi del nostro territorio pensi possano affascinare un irlandese?
<Sicuramente tutto il nostro centro storico, partendo dalle mura romane, la piazza, i vicoli. Poi il nostro lungomare d’estate, che farebbe innamorare qualsiasi straniero, le nostre colline, e la lista potrebbe continuare a lungo. Per non parlare del nostro cibo, vino e delle nostre tipicità: penso che qualsiasi irlandese rimarrebbe scioccato dalla qualità dei prodotti che abbiamo nella nostra zona>.
Quali sono invece i tuoi posti preferiti là?
<In testa ci sono le Cliffs of Moher, delle scogliere a strapiombo sull’oceano. Mi piace parecchio anche la Wild Atlantic Way, che una strada di 2000 e passa km che percorre tutta la costa ovest dell’isola; ho visitato giusto un tratto nella parte bassa, in macchina con la mia ragazza, e puoi godere della vista dei paesaggi più belli del Paese col suo meraviglioso verde. Senza dimenticare le Giants Causeway, o Selciato del Gigante, situate in realtà nell’Irlanda del Nord e non a caso patrimonio dell’UNESCO; si tratta di 40000 colonne di basalto a forma esagonali, di diversa dimensione, che emergono dal mare: è difficile da spiegare a parole, ma è uno scenario unico assolutamente da non perdere>.
Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Bella domanda (ndr risata)! La cucina irlandese ha ben poco da offrire come piatti tradizionali, specialmente per noi italiani che siamo abituati ad avere un infinito assortimento anche di ingredienti. La carne qui però è favolosa, quindi farei assaggiare a tutti uno stufato irlandese insaporito con della Guinness, la conosciutissima birra dublinese, oppure una semplice bistecca di manzo con salsa al pepe nero, che a me fa impazzire, o il classico fish and chips, che da queste parti è un must>.