DA FANO A GLASGOW… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa cinquantunesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Alfredo Scalera, che dal 2019 si è trasferito a Glasgow in Scozia.
Ciao Alfredo, come mai hai lasciato l’Italia e qual è la tua professione?
<Sono principalmente due i motivi che mi hanno spinto ad andare in Scozia: il primo è stata l’opportunità di studiare ingegneria con una borsa studio data dal governo scozzese alla University of Strathclyde, una delle opzioni top in Europa; il secondo la voglia di fare esperienze di vita in ambienti nuovi e di conoscere modi di vivere, culture e panorami a me ignoti>.
Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?
<In realtà al momento di questa intervista sono a Lovanio, in Belgio… E’ il capoluogo della provincia del Brabante Fiammingo, nel centro delle Fiandre e del Paese, ad appena una trentina di chilometri da Bruxelles. Sono qui per un anno di Erasmus, dopodiché si torna in Scozia. La particolarità principale di Glasgow, a mio avviso, è la sua storia variegata e i segni indelebili che ogni periodo ha lasciato. Girando la città in poco tempo si passa infatti da cattedrali del XIII^ secolo, come St. Mungo Cathedral, a palazzoni del dopoguerra, per poi ritrovare edifici barocchi e vittoriani, tipo Kelvingrove Museum, ed infine attraversare una griglia di grattacieli che possono ricordare New York. Trovo affascinante come tutto ciò possa coesistere in pochi metri di distanza, ed è qualcosa che non ho mai visto in Italia! Inoltre è una vera e propria città cosmopolita, dove ho conosciuto tantissime persone di origini europee, asiatiche e sudamericane>.
Cosa ti manca di Fano?
<Più di tutto sicuramente la famiglia, i nonni e la compagnia di amici, ma fortunatamente tra videochiamate e vacanze si rimane tranquillamente in contatto. Persone a parte, sicuramente la cucina di nonna Elda – che fa dei passatelli strepitosi – e l’atmosfera di città costiera italiana>.
Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<Inizialmente sì perché Glasgow è agli antipodi di Fano in termini di cultura, urbanistica… e meteo! Il salto da una città piccola e carina come la nostra, ad una grande città industriale che corre costantemente, è stato abbastanza destabilizzante. In più il dialetto scozzese non è esattamente facile da capire! Ricordo che ci son volute ben 3-4 settimane prima di ingranare per bene. Una volta superato però questo periodo di adattamento mi sono trovato sempre a mio agio, anche grazie all’ospitalità e cordialità dei “glaswegians”>.
C’è qualcosa che porteresti a Fano della Scozia?
<È difficile da dire, perché li considero mondi completamente diversi. Ma ti direi che, oltre a qualche barile di Scotch whisky, mi piacerebbe portare la fusione multiculturale della città>.
Quali posti di Fano pensi possano affascinare uno scozzese?
<Senza dubbio il nostro centro storico: tra la Fano Romana, la Rocca Malatestiana, il Teatro della Fortuna, c’è veramente tanto da vedere. Penso inoltre che gli scozzesi troverebbero divertente anche il Carnevale fanese, considerando la popolarità di Halloween nella Caledonia. E poi sono sicuro che il mare e la moretta verrebbero ben apprezzati!>.
Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?
<Ce ne sono veramente tanti! In generale le mie zone preferite sono Glasgow Central e la West End. La prima, che con la sua forma a griglia è stata addirittura fonte di ispirazione per New York, è la zona più viva della città. Adoro il suo ritmo frenetico, ed è la Mecca per andare a ballare. D’altra parte, mi piace il West End per la sua atmosfera rilassata ed i suoi bellissimi edifici. A mio avviso ha anche i miglior locali della città, sia per mangiare che bere. Infine devo menzionare il Barrowlands Ballroom, ex-sala da ballo anni ’50 trasformata in venue per concerti. I concerti più belli di sempre credo di averli visti lì! Al di fuori di Glasgow, mi sono piaciuti particolarmente i laghi, ovvero i famosi “loch”, ed i monti dell’entroterra. Edimburgo pure è fantastica da visitare>.
Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Indubbiamente il “haggis and tatties”, dove haggis sono le interiora di pecora e tatties sono le patate. Non saprei quanto verrebbe apprezzato da un fanese doc, ma va provato! Qui in Scozia poi hanno anche una loro bibita gassata, che non ho mai trovato da noi, chiamata Irn Bru e dall’acceso colore arancione, probabilmente la cosa più dolce che assaggerete>.