DA FANO A LONDRA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ottantasettesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Stefano D’Egidio, che dal 2008 vive in Inghilterra.

Ciao Stefano, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Premetto: sono sempre stato un po’ un girandolone. Per il caso specifico di Londra, l’idea era di restare due anni per imparare l’inglese. Poi, tra una cosa e un’altra, sono ancora qui… Come attività, insegno italiano e francese in diverse scuole di lingue e sono anche formatore di nuovi insegnanti>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Adesso vivo ad Acton Town, a ovest di Londra. È una zona ben collegata, vicina sia a Heathrow che al centro, che offre un ottimo equilibrio tra vita urbana e tranquillità. Per la vita mondana c’è il vicino quartiere di Chiswick, raggiungibile a piedi con una suggestiva passeggiata tra tipiche case inglesi e alberi di ciliegio. In questo quartiere puoi mangiare la migliore pizza napoletana di Londra, che nemmeno a Napoli ho trovato così buona… Per fare sport o rilassarsi, invece, a due passi si trova Gunnersbury Park. Non so perché, ma mi ricorda il nostro campo d’aviazione. Poi, se hai voglia di natura, qui vicino ci sono i Kew Gardens, un enorme giardino botanico. Infine, se ami la cucina etnica puoi andare nella zona intorno alla stazione di Ealing Broadway, che è piena di ristorantini tipici>.

Cosa ti manca di Fano?

<Il tempo, l’aria e la presenza del mare, le distanze a misura d’uomo, certe abitudini>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Non direi, mi adatto facilmente. Poi a Londra c’è di tutto ed incontri persone di tutti i tipi, quindi è molto facile ritagliarti il tuo spazio. L’unica cosa forse è che noi italiani tendiamo a stabilire un contatto fisico, con le mani e il corpo, e ho dovuto imparare a mantenere una certa distanza perché questa cosa qui può mettere a disagio>.

C’è qualcosa che porteresti dall’Inghilterra?

<Le cucine di tutti i Paesi e un modo particolare che hanno di rispettare la persona>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un inglese?

<Credo che un inglese rimarrebbe affascinato dalla varietà del paesaggio: le colline leonardesche, il centro storico e il lungomare con il suo porto. Ma penso anche al modo di vivere la vita all’aperto, fatta di piccole tradizioni come le “vasche” per il Corso e l’atmosfera rilassata dei caffè>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<I parchi di Londra, che penso siano i più belli d’Europa>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Il Sunday Roast, che propongono nei pub la domenica. In certi pub storici lo fanno talmente buono, che è una delizia e un’esperienza da fare almeno una volta nella vita>.

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