DA FANO A LOS ANGELES… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ottantaquattresima puntata abbiamo il piacere di ospitare Matteo Menchetti, che dal 2023 vive negli USA.
Ciao Matteo, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?
<Direi un mix tra buona sorte e tenacia. Ho sempre lavorato per realtà italiane e internazionali, mirando ai mercati americani e quindi abituandomi a contesti molto diversi tra loro. Oggi mi trovo negli Stati Uniti, dove mi occupo di brand, marketing e mercati digitali, collaborando sia con aziende già ben strutturate che con startup in fase di crescita>.
Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?
<Sono a Los Angeles da circa tre anni ed abito a West Hollywood, uno dei quartieri più equilibrati e vivibili della città. Uno di quei posti che sembrano usciti da un telefilm: casette curate, giardini perfetti e la bandiera che sventola dal porticato>.
Cosa ti manca di Fano?
<Ho la fortuna di poter tornare spesso in Italia, quindi non sento una vera e propria nostalgia quotidiana. Però, da quando vivo lontano, ho imparato a rivalutare tante cose di Fano. Tipo il traffico del sabato mattina per andare in centro… che una volta mi sembrava una follia per due minuti di coda, oggi mi fa quasi sorridere se penso al caos quotidiano delle strade di Los Angeles: sette corsie tutte intasate, auto ovunque e nessuna regola apparente. E poi – anche se può sembrare una banalità – a Fano il tempo ha davvero un altro ritmo: più umano, più dolce. C’è una
leggerezza, un senso di respiro, che quando stai in una città enorme come LA impari a riconoscere e ad apprezzare profondamente>
Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<In realtà no, non ho avuto particolari difficoltà. Ho sempre viaggiato tanto e conoscevo già molto bene Los Angeles, che è da sempre la mia città preferita in assoluto. Mi sono sentito subito a casa, anzi rientrato a casa, anche perché conosco abbastanza bene la cultura americana e certi meccanismi non mi hanno colto di sorpresa. Devo anche ammettere che una parte del merito va a Laura, la mia compagna, che ha gestito gran parte delle nostre pratiche più noiose. Io, su quel fronte, sono un disastro (ndr risata). Lei è stata fondamentale per rendere tutto liscio>.
C’è qualcosa che porteresti dagli USA?
<Porterei un po’ di quella mentalità americana che ti spinge a provarci, anche quando l’idea sembra folle. Qui c’è
meno paura del giudizio, più spazio per il “fallisco, ma ci provo”. In Italia spesso ci blocchiamo in fase di analisi, mentre negli Stati Uniti si lavora con una mentalità più positiva e orientata al fare. Qui è tutto comodo: a volte fanno cose che a noi sembrano esagerate, ma il fatto che ogni cosa sia pensata per semplificarti la vita – dalla burocrazia, ai pagamenti, alle prenotazioni – ti fa risparmiare un sacco di tempo (ed energie!). Sono “comodoni”, sì, però spesso geniali>.
Quali posti di Fano pensi possano affascinare uno statunitense?
<Ce ne sono veramente tanti, penso al Bastione Sangallo, alla Chiesa di San Francesco, oltre chiaramente ai punti storici più famosi. E poi, ovviamente, il mare d’inverno e una birra in Piazzetta Brozzi. Tutto quello che è bellezza spontanea e che a noi sembra normale, ma per chi viene da una cultura così diversa… è incantevole>.
Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?
<Diciamo che non ho un posto preferito, Los Angeles ha talmente tanti “lati” diversi che mi piace esplorare un po’ tutto. In generale vado spesso a fare hiking nei canyon, ce ne sono tantissimi, ognuno con un panorama diverso. E poi, quando il traffico lo permette, prendo la macchina e percorro la costa sud con il finestrino abbassato… e lì diventa magia. Quello che adoro di Los Angeles è proprio questo: puoi trovarti in mezzo al traffico di una classica metropoli americana e, in 30 minuti, essere immerso nella natura. C’è una varietà assurda di paesaggi, ed è molto raro trovarla in città come queste. Ma qui il mix funziona alla grande>.
Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Los Angeles ha una varietà di cucine internazionali molto ampia, trovi ristoranti da tutto il mondo. La cucina più diffusa è quella messicana, quindi partirei da un food truck per un burrito… ce ne sono ovunque! Poi farei assaggiare un pastrami stile West Coast, che è leggermente diverso da quello classico della East Coast. E alla fine, ovviamente, chiuderei con uno di quei panini esagerati made in USA!>.