DA FANO A NONTHABURI… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa trentaduesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Matteo Frattini, trasferitosi stabilmente dal 2016 in Thailandia.

Ciao Matteo, quale molla ti ha spinto lontano dall’Italia?

<Ci sono diversi fattori che mi hanno spinto a prendere questa decisione. Scontato dare la colpa alla crisi che ormai colpisce l’Italia da almeno un ventennio, nel mio settore in particolar modo. La mia attività lavorativa come musicista (ndr formatosi al Conservatorio Rossini) si è ridotta drasticamente nel giro di poco e mi son ritrovato da lavorare senza sosta e non avere nemmeno un secondo di tempo libero per me stesso, a farlo nemmeno 10 giorni all’anno. Per un periodo ho anche insegnato matematica, finché, per una decisione politica, col mio titolo di studio universitario (laurea in statistica ed informatica col vecchio ordinamento) non ne ho più avuto diritto. L’assenza di lavoro e di prospettive per il futuro, la depressione che stavo cominciando ad avvertire, mi hanno indotto a mollare tutto e tentare la “fortuna” altrove. La scelta della Thailandia è stata forse un caso, dopo aver preso in esame varie possibilità>.

Dove vivi di preciso e da quanto tempo?

<Ho fatto la mia prima esperienza per 6 mesi nel 2015 a Bangkok, ma mi sono trasferito stabilmente a fine giugno del 2016. Attualmente vivo a pochi chilometri dal “centro” della capitale thai, nella provincia di Nonthaburi>.

Qual è la tua attuale professione?

<Attualmente sono violinista in un’orchestra nazionale professionistica, la Royal Bangkok Symphony Orchestra. E’ l’orchestra di riferimento della famiglia reale, sotto la supervisione della principessa Sirivannavari, figlia dell’attuale Re della Thailandia King Rama X, il decimo della dinastia Rama. Inoltre tengo qualche lezione privata di violino e collaboro con mia moglie thai nell’attività di pasticceria>.

Cosa ti manca di Fano?

<Praticamente tutto! Per via del mio lavoro in passato ho viaggiato tantissimo: vita negli alberghi in prossimità dei teatri dove suonavo, centinaia di migliaia di km in macchina-bus-treno. Ora che vivo all’estero mi sento ancor più legato e nostalgico della mia città natale. Mi mancano la famiglia, gli amici, vecchi colleghi, nonché i fanesi in generale. Mi mancano le innumerevoli passeggiate in compagnia e solitarie per le vie di Fano, il mare. Proprio per questo motivo, quando posso, torno più che volentieri con la mia attuale famiglia nella mia città, che anche loro amano>.

Hai trovato delle difficoltà iniziali di inserimento?

<Per fortuna ho sempre trovato persone molto accoglienti e propense ad aiutarmi sin dall’inizio, per cui il primo impatto non è stato per nulla traumatico. Mi sono adattato sin da subito allo stile di vita, cultura, religione. La religione principale del Paese è la buddista, però da cattolico non ho problemi ad andare nei templi buddisti con mia moglie. Il cibo thai è ottimo, ma comunque almeno una volta alla settimana mi devo mangiare la pizza (ndr risata). La lingua è la nota dolente, purtroppo il thai non è semplicissimo. Riesco lentamente a leggere e parlare poco, non avendo molto tempo da dedicare allo studio>.

Dalla Thailandia c’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Domanda difficile, su due piedi. Ti direi una pasticceria thai. E chissà, magari in futuro, quando saremo un pochettino più vecchi e, si spera, la situazione economica italiana sarà ripartita, potrei pensarci io>.

Ad un thailandese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Mia moglie quando l’ho portata per la prima volta a Fano è rimasta meravigliata su tutto: ogni strada era bellissima (nota dolente è che praticamente ovunque sono altamente dissestate), alberi spogli autunnali, fiori in primavera, parchi, il mare. Ho notato molto stupore quando l’ho portata a visitare il centro storico e vari monumenti, il mercato, la Fano sotterranea, le chiese, le spiagge (ebbene sì, anche la spiaggia di Fano è bella per i thai) e il mare, le sagre>.

Quali sono invece i tuoi posti preferiti là?

<Qui purtroppo è sempre caldissimo eccetto gennaio, che è come a Fano a luglio, quindi tutte le volte che fuggo da questo clima torrido per me è bello. Mi piace visitare le zone nel nord della Thailandia, in prossimità di qualche montagna. E’ interessante anche uscire da Bangkok e scoprire qualche posto lontano dal caos della capitale, perché è l’occasione di vedere i thai come sono realmente. Ancor più semplici ed accoglienti, ma dubbiosi all’inizio. In generale i thai ammirano gli stranieri, però ti devono studiare bene. Andando nel dettaglio, i posti che consiglierei di visitare a Bangkok sono un paio di centri commerciali, giganteschi e fatti con tanto gusto essendo luoghi dove la gente spesso si rintana per rinfrescarsi un po’ con l’aria condizionata. Il palazzo reale, il museo Siam, vari templi ed in particolare il Wat Saket, chiamato anche Montagna d’oro, nonché qualche mercato notturno>.

Com’è oggi la situazione Covid?

<Non mi piace molto parlare di Covid, perché credo che si stia discutendo solo di questo ovunque. Se devo paragonare la situazione italiana, che ha forse adottato le misure più drastiche del mondo, e quella thai, che non ha mai imposto nessun lockdown se non la chiusura di qualche attività per una quindicina di giorni nel marzo scorso (con ristori immediati ad aziende e famiglie e sconti sulle bollette) preferisco la gestione dove mi trovo. Qui la mascherina è consigliata solo nei luoghi chiusi quando si è in prossimità di altre persone, non esistono multe. All’aria aperta non è obbligatoria. Suggeriscono il distanziamento, ma praticamente nessuno lo applica. In sostanza si vive come sempre, nessun cambiamento drastico rispetto ai periodi pre-Covid e nonostante ciò ottimi risultati. I dati in Thailandia vengono riportati in maniera più dettagliata e fedele, altrove vedo più strategia del terrore>.

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