DA FANO A PLAYA GIRON… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa diciassettesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Nicola Riberti, da diversi anni a Cuba.

Ciao Nicola, quale molla ti ha spinto a trasferirti?

<Ho sempre viaggiato tanto, sin da piccolo. Nel 2006 andai a Cuba in vacanza e mi affascinò, sia per la sua gente che per i suoi scenari naturali. Di lì a decidere di provare a viverci il passo è stato breve, anche perché mi sentivo da un po’ di fare un’esperienza di questo tipo. Dal 2009 sono qui, inizialmente a Santa Clara e più di recente a Playa Giron>.

Come ti ci trovi e che fai?

<Ci sto bene, dove vivo adesso poi è un piccolo angolo di paradiso. Playa Giron è la famosa Baia dei Porci, quella dello sbarco dei mercenari per l’operazione che nel 1961 avrebbe dovuto rovesciare il regime di Fidel Castro. E’ una spiaggia da sogno, a due passi dall’attività che ho appena avviato. A Santa Clara avevo aperto l’Hostal Fortunae, che aveva come simbolo la nostra mitica fontana di piazza. Il mio nuovo B&B si chiama invece Villa Rosa dei Venti, ed è arredato in stile marinaro. Sembra come di essere nella coperta di una barca, con cime ed altri accessori cari a chi va in mare. E siccome mi piace molto cucinare, delizio gli ospiti con grigliate e persino carbonare e amatriciane. Nel tempo libero pratico le mie passioni, ovvero pesca ed immersioni. Mi diletto anche a scrivere, sta infatti per uscire una mia raccolta di poemi in lingua su Cuba>.

Sullo stile di vita cubano cosa puoi dire?

<Intanto è un anno che non metto più le scarpe, non male direi. Al di là di questo e premesso che se rispetti gli altri sei a tua volta rispettato, apprezzo parecchio lo spiccato spirito di vicinato che hanno i cubani. Sono pronti ad aiutarti in qualsiasi momento, tutti super tranquilli ed affabili. Le relazioni sociali sono intense, Facebook è una novità ancora assai poco diffusa. C’è anche un senso di sicurezza che da noi non si avverte più, puoi ad esempio lasciare le chiavi sulla porta di casa senza temere nulla. In compenso ho trovato una burocrazia più farraginosa di quella italiana, ottenere un documento è un’impresa. Da queste parti inoltre bisogna dimenticarsi la nostra concezione di “fare la spesa”, perché non è facile procurarsi cose. Ho in zona giusto due o tre negozietti e per approvvigionarmi devo spingermi fino a Cienfuegos, ad un’ora/un’ora e mezza di auto. Intorno a me, alle spalle della spiaggia, c’è perlopiù foresta>.

Un cubano dove lo porteresti invitandolo a Fano?

<Proprio per quanto sopra lo porterei in un nostro centro commerciale e lo riprenderei col cellulare, piangendo dalle risate perché mi immagino la sua espressione esterrefatta di fronte a corsie e corsie di scaffali pieni di ogni ben di Dio. Dopodiché ovviamente gli farei conoscere il nostro enorme patrimonio artistico-culturale, che racconta di oltre due millenni di storia. E poi il porto, le nostre spiagge. Quando torno a Fano, di solito un paio di volte all’anno per il richiamo di famiglia ed amicizie, la prima cosa che faccio è un salto in cima al molo>.

Ti capita di ricevere visite dall’Italia?

<Sì, ed è sempre bellissimo riabbracciare gli amici. Quando arrivano cerco di accompagnarli il più possibile nella scoperta di questo Paese così diverso, ma in cambio è d’obbligo un rifornimento di prodotti alimentari italiani! (e giù gran risata, ndr)>.

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