DA FANO A SYDNEY… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantatreesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Mirella Paci, che dal 2013 vive in Australia.
Ciao Mirella, come mai ti sei trasferita all’estero e qual è la tua attività?
<Mi sono laureata nel 2012, ma non avevo ancora ben chiaro il mio percorso lavorativo. Fare un’esperienza all’estero è sempre stato un sogno che avevo nel cassetto, ed ho pensato “adesso o mai più”. Un amico mi disse di aver fatto il visto per l’Australia: questo mi accese una lampadina e decisi quindi di fare il working and holiday visa per l’Australia e partire! Continuai a lavorare per mettere un po’ di soldi da parte e pochi mesi dopo partii. Non avevo idea di quanto mi sarei fermata; il visto era di un anno, però, a dir la verità, non ero sicura di rimanere per l’intera durata. In realtà i piani poi cambiarono abbastanza in fretta, perché a distanza di non molto dal mio arrivo conobbi il mio attuale compagno e da là non mi sono più mossa. Da circa 6 anni lavoro per un ente governativo italiano (Agenzia ICE), con sede a Roma e un’ottantina di uffici sparsi nel mondo. In breve, Agenzia ICE promuove l’internazionalizzazione delle imprese italiane in mercati esteri e si occupa anche di attrarre FDI, ovvero finanziamenti diretti esteri, in Italia>.
Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?
<Sto a Sydney dal giorno del mio sbarco e da lì non mi sposterei altrove, mi piace tanto. Va detto che è costituita da diversi sobborghi, ed io vivo nelle “Northern Beaches”. Si tratta di una distesa di cittadine costiere a nord dal centro, nelle quali si respira sempre una sorta di atmosfera vacanziera. Il clima è gradevole, pure d’inverno. Io poi senza il mare non potrei stare, ed anche il mio compagno, che è appassionato di sport acquatici, ha trovato il suo posto ideale. Oltre tutto siamo circondati da parchi e riserve, dove poter fare lunghe passeggiate nel cosiddetto “Bush australiano”>.
Cosa ti manca di Fano?
<La famiglia e gli amici sono sicuramente gli affetti che più mi mancano, vivere così lontano ha il suo prezzo. Cerco di tornare a Fano ogni anno per stare con loro, rivivere la mia città e i suoi sapori. Fano è piccola, ma racchiude tante cose e mi sento molto fiera di parlarne quando ne ho l’occasione con chi non la conosce. Mi rendo conto che pochi ne conoscono la storia, o che abbiano assaggiato qualche piatto tipico locale. Quando capita, mi sento in dovere di raccontarla!>.
Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<La lingua spesso è il primo ostacolo, quando ti trasferisci in un altro Stato. Ho sempre seguito corsi di studio bilingue, ma, nei fatti, quando vai all’estero e ti confronti con la pratica ti sembra di non aver mai studiato niente! Un problema, questo, amplificato all’inizio dalla difficoltà nel capire la loro differente pronuncia. E’ stata una bella sfida, ed in alcune occasioni lo è ancora oggi. Per il resto, l’Australia è certamente un Paese che non ti nega delle opportunità anche se arrivi da molto lontano>.
C’è qualcosa che porteresti dall’Australia?
<Porterei un po’ del loro essere “easy-going way of life”. Ciò che distingue gli australiani è la loro visione rilassata della vita, sempre con una confezione di birre in mano. Ed è per questo che sovente ti senti dire frasi come “non preoccuparti, amico” (“no worries, mate”) scambiate tra sconosciuti per strada. Sono “alla mano” e vivono la vita con una certa “leggerezza”, che spesso ci dimentichiamo di usare dando troppo spesso spazio a situazioni di stress. Se ti trovi in prossimità delle spiagge noti subito che non si preoccupano di mettere sempre le scarpe, perché amano girare scalzi. Inoltre non badano granché all’abbigliamento, così puoi persino vedere persone far la spesa indossando il pigiama. Un altro aspetto che li caratterizza è la voglia di stare all’aria aperta e di essere attivi, c’è gente che già alle 5 del mattino è fuori che fa sport in qualsiasi periodo dell’anno. Mi piace anche l’idea del “community centre”, ovvero dei punti di ritrovo in ciascun quartiere dove organizzano attività di svago o comunque momenti di incontro per coinvolgere i residenti di ogni età>.
Quali posti di Fano pensi possano affascinare un australiano?
<Penso che resterebbero affascinati dal centro storico, immagino il loro entusiasmo nel visitare le antiche rovine romane, le mura e la Rocca Malatestiana, le chiese e qualsiasi altro luogo che fa parte del nostro enorme patrimonio culturale ed artistico. Sono convinta anche che apprezzerebbero i baretti e le feste sulla spiaggia, il fatto che ci possa spostare a piedi dal centro al lungomare. A noi sembrano cose scontate, ma per chi deve percorrere anche lunghe distanze per spostarsi da un posto all’altro nella stessa città non lo sono affatto. E, siccome amano divertirsi, li porterei alla Fano dei Cesari>.
Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?
<Premettendo che spesso occorre prendere un aereo per raggiungere altri posti, data la vastità del territorio australiano, ricordo con grande piacere un viaggio fatto nel 2021. Noleggiammo un camper da Adelaide ed attraversammo il centro del Paese fino ad Alice Springs, passando per Uluru. Che dire: panorami unici e da togliere il fiato! E’ stato bellissimo anche far snorkelling sulla barriera corallina nel Queensland, dove sono arrivata tramite la suggestiva strada panoramica che si affaccia sulla costa. Più in generale l’Australia presenta diversi paesaggi e difficilmente rimani deluso da ciò che vedi>.
Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Se penso ai piatti tipici mi viene in mente il fish n’ chips, il sunday roast, la meat pie, tutti piatti che comunque li accomunano agli anglosassoni. Vanno pazzi per il bbq, è un “must” nella cultura australiana ed ogni occasione è buona per organizzarne uno. Coi vicini neozelandesi si contendono poi l’invenzione della pavlova, una torta fatta di meringa che spesso usano per celebrazioni e che ricoprono di panna e frutta fresca. A proposito di frutta, da qualche anno stanno riscoprendo piante e frutti nativi che possono essere utilizzati in ambito culinario e che per millenni hanno fatto parte dell’alimentazione delle popolazioni aborigene. L’Australia ha un eco-sistema unico e queste piante/frutti sono presenti solo qui, per cui sarebbe indubbiamente interessante da far provare ad un fanese>.