DA FANO A VALENCIA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa cinquantottesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Lino Clemente, che dal 1998 vive a Valencia in Spagna.

Ciao Lino, come mai ti sei trasferito all’estero e qual è la tua attività?

<La premessa è che nel 1988 con la mia famiglia abbiamo aperto a Valencia una filiale della nostra azienda fanese, che operava nel comparto del mobile. Era un’impresa che funzionava, tanto che all’epoca entrammo anche nella società dell’Alma Juventus Fano di calcio e io ne fui un giovanissimo presidente. Erano i tempi di Guidolin ed Hubner, con Servadio direttore sportivo, giusto per inquadrare il periodo. Poi però nel nostro lavoro insorse qualche problema in Italia, così nel ’98 mi trovai ad un bivio: ricominciare con un’altra attività in zona o trasferirmi in Spagna dove invece per noi le cose procedevano bene? A dire il vero non ci pensai troppo, perché avendo in quei 10 anni frequentato assiduamente Valencia sapevo quello che poteva offrirmi. Oltre tutto si capiva che era una città destinata a crescere e parecchio, come è effettivamente accaduto di lì a poco con uno sviluppo esponenziale. Quando arrivai non c’erano molti italiani, poiché il Paese in generale era piuttosto indietro rispetto al nostro. Ma successivamente, in particolare a Valencia, c’è stata una grande rimonta, ed ora è pieno di connazionali. Quanto a me, per ironia della sorte i miei impegni lavorativi mi fanno compiere il percorso inverso. Prima venivo di frequente in Spagna, adesso sono spessissimo in Italia per una azienda che produce piatti doccia e commercializzo anche prodotti di un altro importante catalogo ugualmente del settore arredo bagno>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Di preciso sto alla periferia di Valencia, in una zona residenziale che si chiama Urbanización Mas Camarena. Sono poco distante dal centro sportivo del Valencia, ovvero la Ciudad Deportiva de Paterna, ed ho come vicini di casa diversi suoi ex giocatori. Questo ha alimentato la mia passione per il calcio, assistendo dal ’98 al 2005-2006 ad un periodo entusiasmante nella storia di questo club con risultati di rilievo sia nelle competizioni nazionali che nelle coppe europee. Detto ciò, anche la rivista Forbes ha indicato Valencia come la città migliore al mondo dove vivere per il suo clima, paragonabile a quello che in Italia ha Palermo, i suoi servizi, le sue infrastrutture, oltre ad essere bella e vivace. Vivace ma non troppo caotica, nonostante sia la terza della Spagna con quasi 800 mila abitanti. Il centro, col Barrio del Carmen e la sua storia ed i vicoli brulicanti di locali, si gira tranquillamente a piedi, ed il vecchio letto del fiume Turia è diventato un eccezionale polmone verde ai cui estremi sorgono la Città delle Arti e delle Scienze dell’archistar Calatrava ed il Bioparco. E poi c’è la zona porto, riqualificata per l’America’s Cup ed altrettanto interessante e divertente, con le sue immense spiagge libere della Malvarrosa e della Patacona>.

Cosa ti manca di Fano?

<Fano è una bomboniera, l’ho vissuta intensamente e mi è rimasta nel cuore. Mi manca il suo essere più familiare, da un momento all’altro puoi incontrare per strada qualcuno che conosci ed hai la possibilità di scambiare due parole. Sento la mancanza della gastronomia fanese, sebbene qui si mangi tutt’altro che male perché non c’è solo la celebre paella valenciana. Lì ho lasciato poi parecchie amicizie, ma per fortuna in diversi mi vengono a trovare. Mi fa enorme piacere quando arriva qualcuno da Fano, in alcuni casi è stata anche l’occasione per farne di nuove tramite contatti con amici in comune come capitato col pilota Marco Gaggi e la sua famiglia. Marco l’ho persino ospitato a casa mia qualche settimana con la chiusura improvvisa delle frontiere per Covid, mentre lui si stava allenando in Spagna>.

C’è qualcosa che porteresti da noi dalla Spagna?

<Più che a Fano, in generale in Italia porterei l’approccio alla vita degli spagnoli. Stanno meno dietro alle etichette e sono più alla mano, così si socializza subito. Se avessi il potere divino, estenderei anche questo privilegio di avere su per giù 300 giorni di sole all’anno perché farei felice un sacco di persone (ndr risata). A Valencia c’è poi questa piacevole abitudine di ritrovarsi per il tapeo, che è assai più diffusa e sentita di quello che da voi è chiamato apericena>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare uno spagnolo?

<Io penso che qualsiasi spagnolo resterebbe affascinato da Fano, specialmente nel periodo estivo. L’ho fatto con diversi amici, che sono rimasti sbalorditi dalle nostre spiagge attrezzate, dal nostro centro storico con le antiche vestigia romane, medievali e rinascimentali, da manifestazioni come la Fano dei Cesari e il Carnevale. Non che a Valencia non ci siano eventi simili, vedi Mori e Cristiani e Fallas, però vissuti in una realtà molto più piccola assumono tutto un altro fascino>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Appena posso mi sposto un po’ più a sud, dalle parti di Dénia, Calp o Jávea, in un litorale dove tra coste rocciose si stagliano calette con un mare che non ha nulla da invidiare a quello della Sardegna e del Salento. Consiglierei anche una visita alla vicina Albufera, un parco naturale di grande suggestione con al suo interno ristoranti caratteristici dove si possono gustare squisite paellas>.

Quali piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<A proposito della famosa paella valenciana, ricordo che quella originale è fatta con carne di coniglio e pollo, fagioli, fagiolini, pomodori e peperoni. Chi viene dall’Italia infatti la prima cosa che mi chiede di provare è quella di mariscos, ossia di frutti di mare. Non ci si può perdere poi il celebre jamón ibérico di bellota, rinomato prosciutto spagnolo>.

Potrebbero interessarti anche...