DA FANO AD AMSTERDAM… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa settantacinquesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Luca Settanni, che dal febbraio del 2023 vive ad Amsterdam in Olanda.

Ciao Luca, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Mi sono trasferito all’estero per motivi personali e professionali. Da un lato mi ha spinto la volontà di crescere personalmente, conoscere persone provenienti da tutto il mondo, parlare continuamente inglese, scoprire un’altra zona d’Europa e le sue specificità culturali, essere lo “straniero”; dall’altro il desiderio di crescere rapidamente da un punto di vista lavorativo, grazie ad un maggior livello di applicazione del principio della meritocrazia rispetto all’Italia. Di professione sono investitore in un fondo di private equity, ed assieme ai miei colleghi investiamo in aziende industriali in Europa e Nord America>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Sto proprio ad Amsterdam, che per quanto mi riguarda ha diversi pregi e qualche difetto. I contro sono la pioggia fitta, il vento per l’80% dell’anno ed i periodi di 3/4 settimane senza vedere il sole. Ad eccezione del meteo, però, la trovo perfetta: città a misura d’uomo (in 30 minuti in bici puoi girarla nella sua interezza); servizi di trasporto molto efficienti (metro, tram, e a mio avviso il miglior aeroporto d’Europa); chiarezza delle istituzioni, con burocrazia molto snella e comprensibile anche per una persona che non spiccica una parola di olandese; apertura culturale e internazionalità (tutti parlano inglese); semplicità di fare azienda, con persone estremamente dirette e senza aree di grigio nei processi decisionali; incentivi fiscali per stranieri che si vogliano trasferire qui; livelli di sicurezza ben al di sopra rispetto alle grandi città italiane; festival musicali e vita notturna di altissima qualità (i migliori DJ fanno sempre tappa ad Amsterdam)>.

Cosa ti manca di Fano?

<Di Fano mi manca tutto… la mia famiglia, i miei amici, il sentirsi a casa, il mare (e tante altre cose, ma la lista sarebbe troppo lunga). In generale, credo che, nella sua perfezione di piccola cittadina, abbia tutto ciò di cui si ha bisogno per vivere bene ed esser felici. Essendoci nato e cresciuto è normale poi che ci sia un senso di nostalgia, in quanto tutti i miei ricordi di bambino e di ragazzo sono collegati a Fano. Un’altra cosa che mi manca è la bontà d’animo della sua gente e l’ospitalità tipica dei fanesi: raramente vi ho incontrato persone con valori etici e morali sballati. Inoltre, la mia famiglia è pugliese e si è trasferita lì poco più di trent’anni fa, e l’integrazione raggiunta da me e dai miei famigliari in così poco tempo è testimonianza della volontà della città di accogliere ed essere ospitale non solamente coi fanesi da generazioni, bensì anche con coloro che vogliano inserirsi e contribuire al suo sviluppo. Infine, ma non per importanza, la cosa che più apprezzo di Fano e dei fanesi è la volontà di aiutare il prossimo e di preservare la città come bene comune (res publica): tutti amano la città, hanno a cuore il suo splendore ed il suo sviluppo (che sia la buca sulla strada, l’erba non tagliata in un giardino, un mozzicone di sigaretta in spiaggia, o un’auto parcheggiata dove non dovrebbe essere) e si battono in prima linea e nel proprio piccolo per migliorarla ogni giorno. Solo così, di generazione in generazione, si tramandano valori positivi che permettono di raggiungere un livello di comunità di qualità elevatissima come quello presente a Fano>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Non particolarmente, anche perché credo che noi italiani ci integriamo molto facilmente con tanti tipi di culture estremamente diverse tra loro. All’inizio è necessaria molta flessibilità mentale per adattarsi a modalità di vita/lavoro che sono fondamentalmente diverse dalle nostre (in Italia presentarsi alle 9.05 per un meeting che dovrebbe iniziare alle 9 è perfettamente accettabile, mentre qui è considerata una grave mancanza di rispetto), ma c’è fondamentalmente una compatibilità culturale. Inoltre, la presenza di tantissimi italiani ad Amsterdam ha sicuramente aiutato ad integrarsi bene>.

C’è qualcosa che porteresti dall’Olanda?

<La burocrazia e l’efficienza dei sistemi, il livello di digitalizzazione dei servizi e forse un po’ più di vita notturna (nei limiti del normale, non agli estremi di Amsterdam o delle vicine Rimini/Riccione)>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un olandese?

<La chiesa di San Francesco, la Biblioteca Federiciana, l’arco d’Augusto, il chiostro delle Benedettine, il mercato del pesce, il teatro della Fortuna, le casette dei pescatori al mare. Più in generale perdersi per le stradine del centro, magari il sabato mattina durante il mercato in una giornata di primavera. Consiglierei anche di spendere diversi pranzi e cene nei vari ristoranti tipici della zona, al fine di apprezzare al meglio le caratteristiche dei fanesi: ospitali, cordiali, amanti del quieto vivere, e soprattutto del buon cibo… e della moretta! (ndr risata)>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Utrecht per l’inverno, Bloemendal per l’estate. Limitandomi invece ad Amsterdam, credo che le due zone più caratteristiche da visitare e da vivere siano De Pijp e Joordan, dove è locata le maggior parte dei localini/ristoranti e dove è facile trovare negozi di articoli di seconda mano/vintage ed atelier d’arte>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Le opzioni culinarie in Olanda sono abbastanza ridotte, ed i loro piatti tipici sono piuttosto semplici. Io suggerirei di provare le bitterballen, ovvero delle palline fritte di carne macinata, e gli stroopwaffels, simili a due cracker dolci con miele in mezzo>.

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