L’ALBUM DI DEBUTTO DI SHANE SATO: TRA JAZZ FUSION, LO-FI HIP HOP, CITY POP E NEO SOUL

Until We Meet Again è l’album di debutto del musicista Nippo-Americano di base a Los Angeles Shane Sato.

Shane Sato è un polistrumentista, produttore e cantautore nippo-americano cresciuto nel sud della California e attualmente residente a Los Angeles. Shane ha iniziato a suonare la batteria all’età di 5 anni, per poi passare alla chitarra, al basso, al pianoforte e al trombone durante l’adolescenza. Il suo percorso musicale è iniziato suonando in diverse rock band, ensemble di fiati e big band jazz durante il college, mantenendo le sue conoscenze musicali diversificate per tutta la sua vita. Concentrandosi ora sulla produzione di composizioni originali, Shane ha pubblicato la sua musica in maniera indipendente, raccogliendo oltre 2,5 milioni di stream tra il suo album di debutto, Until We Meet Again e una manciata di bellissime collaborazioni con altri artisti e amici (più recentemente Airwaves Deluxe). Ha ricevuto una miriade di consensi per le sue pubblicazioni, in particolare con diversi brani che sono stati inseriti in diverse playlist editoriali di Spotify, tra cui Fresh Finds Jazz e Morning Rhythm.

(photo Amber Liu)

L’album di debutto di Shane Sato, Until We Meet Again, è una raccolta di 7 brani strumentali e 1 brano vocale che si colloca a metà strada tra jazz fusion, lofi hip hop, city pop e neo soul. Originariamente pubblicato solo in formato digitale, l’album ha ottenuto oltre 700.000 stream in poco più di 6 mesi grazie a un lancio senza marketing, con i fan che chiedevano a gran voce un’uscita fisica che ha convinto Shane a pubblicare un vinile in edizione limitata.

Questo album è dedicato alla madre di Shane, purtroppo scomparsa nel 2022. Tutti gli artwork per i singoli e la copertina dell’album presentano dipinti della madre di Shane, che lui ha trovato, ironia della sorte, nascosti in un cestino in garage dopo la sua scomparsa. Una canzone in particolare prende il nome da lei, “Sumiko” (il suo secondo nome), mentre la title track “Until We Meet Again” è stata registrata sul pianoforte che lei era solita suonare quando Shane era bambino. L’album è un tributo a una donna che ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione musicale di Shane, dall’aver suscitato il suo interesse per la musica attraverso la sua collezione di CD, all’averlo accompagnato a tutte le lezioni di batteria, fino a regalargli il trombone che lei stessa suonava al liceo.

“Gospel Type” è il pezzo forte dell’album, uno strumentale jazz funk uptempo che vede la partecipazione di Mo’Dali alla chitarra elettrica. Il brano mette in evidenza un potente motivo di chitarra e una contro-melodia di basso, sostenuti da una sezione ritmica trainante di batteria, basso, chitarre e tastiere. Scritto originariamente come demo “type beat”, questo disco ha preso vita grazie alla registrazione di strumenti dal vivo in studio. “I Feel Alright” è l’unica traccia vocale dell’album, è stata scritta da Shane Sato e co-prodotta con Coastal e vede la partecipazione dell’artista di Nashville Oli-J alla voce e di Glen Turner II al sax tenore. La canzone ha preso forma a Los Angeles in modo del tutto casuale: Oli-J si è presentato con un giorno di anticipo a una sessione di Shane e Coastal e i tre hanno deciso di sfruttare il tempo trascorso insieme per scrivere su un vecchio demo nelle cartelle di Shane. Una volta terminata la canzone e la voce di Oli-J è stata tagliata, è stato giusto rivolgersi a Glen Turner per benedire il brano con il suo caldo tono di sassofono e le sue melodie creative.

Dalla tromba funky dell’apertura dell’album “Peach and Love” ai pad lussureggianti e alle linee di piano di “Discovery” con Kiefer, nativo di Los Angeles, alle tastiere, passando per i beat midtempo di “Synaptic Plastic” o le vibrazioni rilassate di “Gardenia”, questo disco offre musicalmente un po’ di qualcosa per ogni ascoltatore.

“Until We Meet Again” è pubblicato da Sumiko Records.

 

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