L’ASILO DEL PORTO
Adele Bei, le tabacchine e i boscaioli; Marcinelle e le tragedie del carbone; il lavoro delle donne, dalle campagne alle fabbriche dell’abbigliamento, nella scuola di massa del Nord Italia dove emigrarono le nostre ragazze neolaureate: sono stati questi gli approdi che SPI e CGIL pesaresi hanno frequentato, promuovendo in tutta la provincia la ricerca storica, raccogliendo testimonianze orali, coinvolgendo davvero tante persone – anche stranieri – attraverso il canto corale, la ricerca iconografica, la recitazione, la letteratura, il disegno, il cinema.
Nel 2020, con i nuovi tempi e modi che Covid ci impone, abbiamo deciso che, fino al 2021, a Fano, ci dedicheremo ai lavoratori del mare e alle loro donne, ai figli, al loro mondo.
Marco Labbate dedicherà a questo mondo una ricognizione attenta.
Ci siamo però subito imbattuti in una ricerca già avviata autonomamente e praticamente conclusa anche senza il nostro intervento: le insegnanti Luciana Agostinelli e Marinella Leonardi hanno ricostruito la nascita dell’”Asilo del Porto” e la sua lunga attività. Ci è sembrata un approccio tanto imprevisto quanto prezioso. Così abbiamo chiesto a Luciana e Marinella di adottarlo, di promuoverlo, di valorizzarlo perché è un lavoro di qualità dedicato a un mondo che ci sta molto a cuore.
Il fatto è di grande rilevanza: un “asilo” di fine ‘800 nella zona più marginale della città, il Porto; che è su misura anche delle mamme filandaie, le mogli dei marinai, dei loro orari di lavoro; un “Asilo” per tutti, che non lascia a casa chi non riesce a pagare la retta, un “Asilo” dove i pasti consumati a scuola sono preziosi non solo per i bambini delle famiglie più povere; un “Asilo” che inizia a costruire in ognuno, partendo al momento giusto, la capacità di stare insieme agli altri con la propria identità personale; insegna a valorizzarla come diversità sempre positiva; la consolida perché sia impiegata nella vita da adulto, in qualsiasi dimensione lavorativa, affettiva o sociale.
Noi stiamo attraversando una fase terribile, dove anche il mare è oppresso dal nostro modo di vivere; e il nostro modo di vivere è improvvisamente negato da altri organismi viventi. Abbiamo fortemente bisogno di comunità dinamiche e capaci di produrre cultura, visioni condivise, forme di cooperazione, solidarietà. L‘”Asilo del Porto” è un antico esempio di tutto questo: nasce dal basso, come welfare locale, costruito dal Comune e dalla volontà, la sensibilità, l’intelligenza, di singole persone.
Ancora oggi è ricordata con orgoglio la frequentazione dell’”Asilo”. “Uno della mia classe è arrivato fino all’Università” ci ha detto con orgoglio un portolotto che abbiamo intervistato. E lui stesso si era diplomato. Già a tre anni i bambini del Porto di Fano imparavano l’italiano, vivevano in gruppo, si sentivano parte integrante della comunità locale.
Se oggi Luciana Agostinelli e Marinella Leonardi – tra eventi, turismo, food, beach e yacht – trovano interessante ricostruire la storia dell’”Asilo del Porto” possiamo tirare un respiro di sollievo: siamo sulla strada giusta. Percorriamola con gli atti della iniziativa sociale (la solidarietà praticata) e politica (l’”Asilo del Porto” sembra la prima materializzazione di “Fano città dei bambini”); ci porterà sviluppo corretto, lavoro e, con essi, libertà e giustizia. La nostra solidità anche economica sarà – come sempre – intimamente legata alle qualità sociali che sapremo costruire.
Presenteremo il libro VENERDÌ 23 OTTOBRE 2020 alle ore 17 presso la sala Gonfalone a Fano.
Il coro “Canta che ti passa” e il coro SPI CGIL canteranno alcuni brani legati alla storia del Porto e dei suoi abitanti.
Per partecipare la prenotazione è obbligatoria.