NATI LIBERI: IL BANCO DEL MUTUO SOCCORSO ALLA ROCCA MALATESTIANA

Domenica 17 agosto 2025 alle ore 21:15, per la rassegna Musicology Live, alla Rocca Malatestiana di Fano il concerto “Acustico” del Banco del Mutuo Soccorso, con Vittorio Nocenzi, Filippo Marcheggiani, Tony D’Alessio e con un intervento di Paolo Logli.   

“Da qui, messere, si domina la valle… ciò che si vede è… ma se l’immago è scarno al vostro occhio, scendiamo a rimirarla da più in basso… e planeremo in un galoppo alato, entro il cratere ove gorgoglia il tempo.” (In volo, 1972)

Era il 1972, un ragazzo reggeva in mano quello strano LP con la copertina sagomata come un salvadanaio. Appena messo sul giradischi e ascoltate quelle parole si rende conto di essere di fronte a qualcosa di mai sentito prima, nemmeno immaginato. Pensiamo poi che quella volta, ai primi posti della Hit Parade (condotta sul canale Rai da Lelio Luttazzi) c’erano canzoni come “Questo piccolo grande amore” o “Montagne verdi”. La grande differenza era subito evidente, la musica e le parole di quel gruppo dal nome insolito, Banco del Mutuo Soccorso, erano una vera rivoluzione del suono e dei testi. 

Nell’ambito della rassegna Musicology Live, alla Rocca Malatestiana di Fano una grande serata, un concerto con i brani storici del Banco del Mutuo Soccorso eseguiti da Vittorio Nocenzi, leader del gruppo, Filippo Marcheggiani, Tony D’Alessio e con un intervento di Paolo Logli, coautore dei testi dell’ultimo album del Banco intitolato “Storie invisibili”. 

Il Banco del Mutuo Soccorso, nasce a Roma alla fine degli anni ’60 da Vittorio e Gianni Nocenzi con Marcello Todaro (chitarra) Renato D’Angelo (basso) Pier Luigi Calderoni (batteria) e con il cantante Francesco Di Giacomo che, con la sua voce teatrale, ha contribuito a rendere unica la musica del gruppo. Il Banco pubblica nel 1972 il suo primo disco, un album intero (quella volta imperavano i 45 giri). Questo primo album, omonimo, sta al prog italiano come “In the Court of Crimson King” sta al prog inglese. Contiene, tra gli altri, l’iconico brano “In volo” seguito senza interruzioni da “R.I.P. (Requiescant In Pace)” e la lunga suite di oltre 18 minuti “Il giardino del mago”.

Sempre del 1972 è il secondo album “Darwin” che per certi versi contiene brani con testi ancora più impegnativi come quelli in “La conquista della posizione eretta” e “750.000 anni fa… l’amore?”.

Nel 1973 arriva “Io sono nato libero” che suggella il successo del Banco nel mondo prog italiano. Il brano “Non mi rompete” è uno dei più conosciuti ed amati dai fan. Questo è l’album che permette al Banco di fare il salto nell’iperspazio musicale, poco dopo la loro etichetta discografica diventerà Manticore Records, la stessa degli Emerson Lake & Palmer. Seguono altri memorabili lavori come “Banco”, la colonna sonora del film “Garofano Rosso” e “Come in un’ultima cena”. Poi il Banco comincia una graduale mutazione, che possiamo definire come un adeguamento ai tempi che cambiavano (il prog era in declino); un’evoluzione che guardava a cosa stava succedendo nel mondo della musica. Gli anni ’80 del Banco sono segnati dalla musica pop, sempre fedeli alle origini, che portano il gruppo ad avere successo nella Hit Parade con “Moby Dick” nel 1983 fino a partecipare nel 1985 al Festival di Sanremo con la canzone “Grande Joe”. 

Nel 2014 la scomparsa di Francesco Di Giacomo segna profondamente gli amici del gruppo e tutti i fan. Vittorio Nocenzi però decise di proseguire e continuare a pubblicare album fino ad oggi. È di quest’anno l’ultimo album del Banco, intitolato “Storie invisibil”, realizzato da Vittorio Nocenzi con il figlio Michelangelo, Tony D’Alessio, Filippo Marcheggiani, Marco Capozi, Dario Esposito e Paolo Logli coautore dei testi.

“Non mi svegliate, ve ne prego, ma lasciate che io dorma questo sonno, c’è ancora tempo per il giorno, quando gli occhi si imbevono di pianto.” (Non mi rompete, 1973)

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