RICOMINCIAMO A TRATTARE LA MUSICA COME MERITA

“Frasi che cadono” dal cielo, una dietro l’altra, come schegge di verità pronte a colpire. Nel nuovo singolo dei Naspi non c’è spazio per ritornelli furbi o melodie scritte per restare in testa: qui c’è un’urgenza da comunicare, un pensiero che scalpita, un messaggio che deve arrivare adesso.

A richiamare subito l’attenzione è una rullata di batteria in apertura, netta come un richiamo all’ordine. Il basso la rincorre e si lancia in scale dal sapore swing, mentre la chitarra corre senza freni, satura, incandescente e onesta, esattamente come la mente di chi la suona.A guidare tutto c’è l’armonica, che ritorna strofa dopo strofa come una bussola nel buio, un punto fermo in un mondo musicale che sembra essersi perso. Ed è proprio questo il cuore del brano: una critica lucida e insieme visceralmente appassionata allo stato attuale della musica italiana.Perché, scrivono i Naspi, “la proposta elementare che le vite può cambiare è il dovere di formare anche in campo musicale”. Non si può crescere, né creare, né innovare se si continua a servire al pubblico solo “canzonette” pensate unicamente per scalare classifiche e vincere competizioni dove “della musica fanno bara”.In un sistema in cui il giudizio degli addetti ai lavori è spesso rapido e spietato, orientato ai numeri più che alla cultura, il trio chiede un ritorno alla coerenza, alla verità del mestiere:“E che cantino dal vivo e che suonino dal vero, che ci insegnino il mestiere, che ci aiutino a capire finalmente cosa è originale”.Un appello necessario, se non vogliamo finire per mandare la vera musica al cimitero.Perché il rock non è solo un genere, è anche una coraggiosa dichiarazione d’intenti.

I Naspi fondono l’energia del rock classico con la profondità della musica d’autore.Il progetto nasce nel 2021, quando Domenico Tenerelli, cantante e chitarrista, approda a Milano con la sua valigia di canzoni e incontra il batterista Filippo Loiacono. I due iniziano subito a esibirsi live, accompagnati da vari musicisti, affinando un’identità sonora personale e riconoscibile.Nel 2025 arriva l’incontro decisivo: quello con il bassista Mattia Sammuri, che completa la formazione e dà vita al trio definitivo.A settembre dello stesso anno i Naspi firmano con Sorry Mom!, pronti a diffondere la loro formula: rock ‘n’ roll diretto, viscerale, con testi che non hanno paura di far pensare.

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