Vasca di prima pioggia, un progetto pilota per l’Adriatico Convegno di interesse europeo alla Fondazione Carifano

L’opera prevista da Aset finanziata con una quota di mezzo milione

La vasca di prima pioggia, prevista da Aset spa a Fano vicino alla foce del torrente Arzilla, è una soluzione pilota nella ricerca di interventi che preservino la qualità dell’ambiente marino dall’impatto delle acque reflue. La futura opera fa infatti parte di Watercare, un progetto europeo che interessa il bacino dell’Adriatico e che ha nel Cnr di Ancona il suo ente capofila. La rampa di lancio: le due giornate di lavoro, ieri e oggi, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio. Hanno inoltre aderito le Regioni Marche e Abruzzo, Università di Urbino, contee di Spalato e Dubrovnik, Università di Spalato, agenzia nazionale Croatian Waters e centro di ricerca Metris.

Watercare assegna un contributo di 493.000 euro al progetto sulla vasca di prima pioggia, sul totale dei costi pari a circa 2 milioni. L’opera potrà trattenere 1.600 metri cubi di acque miste, prima di reimmetterle nel sistema fognario e portarle al depuratore, evitando che finiscano in mare con il loro carico inquinante. Calibrata un’attività di controllo sistematico sulla qualità delle acque apportate dal torrente Arzilla, con punti di prelievo a monte e a valle dell’area individuata per la costruzione.

Le risorse a disposizione dell’intero progetto Watercare, sia per la vasca di prima pioggia sia per il lavoro di monitoraggio, ammontano a 2 milioni e 833.000 euro e sono erogate dal progetto di Cooperazione territoriale europea Italia-Croazia. Oggi la sessione conclusiva dei lavori, cui hanno portato il loro saluto il vice presidente del consiglio regionale, Renato Claudio Minardi, il sindaco di Fano, Massimo Seri, il presidente di Aset spa, Paolo Reginelli e il coordinatore del progetto Watercare per Cnr-Irbim, Mauro Marini.

 

Le dichiarazioni

«L’obiettivo nostro e dell’Amministrazione fanese – afferma Paolo Reginelli, presidente di Aset spa – è di fare in modo che nel 2020 le stesse verifiche siano effettuate monte e a valle dell’infrastruttura già completata. Ancora una volta la nostra progettualità si conferma all’avanguardia, molto attenta alla salvaguardia dell’ambiente e meritevole di studio, come anche nel caso dei prolungamenti ai due scolmatori a Sassonia Sud. Lavoriamo per una migliore balneabilità a vantaggio della salute pubblica, dell’economia e della promozione turistica».

Afferma il vice presidente Minardi: «La Regione Marche ha sviluppato una forte attenzione alla tutela e alla valorizzazione delle risorse ambientali. Lo dimostra anche questo progetto innovativo per la gestione delle acque reflue e per la tutela delle acque balneari. Si porta, in questo modo, un notevole contributo a livello europeo attraverso un modello di sostenibilità e cultura ambientale che parte da Fano. Un progetto che mira a ridurre al minimo il rischio inquinamento, offrendo al contempo una qualità delle acque molto elevata, a beneficio dei bagnanti e dei turisti. Fano conferma la sua vocazione alla qualità ambientale con il vessillo Bandiera Blu, che si unisce alle altre 15 bandiere blu delle Marche, per un totale di 16 nel 2018. Un certificato di garanzia sulla qualità del mare e della costa e sulla cultura dell’accoglienza marchigiana. Le bandiere blu, infatti, rappresentano una valida garanzia ambientale legata al turismo sostenibile, assegnata a quelle località turistiche balneari che rispettano criteri relativi alla gestione sostenibile del territorio».

Aggiunge il sindaco Seri: «L’ufficio Europa ha portato al Comune di Fano finanziamenti per oltre 7 milioni, la scelta di aprirlo è stata strategica. L’ha dimostrato anche in questo caso, presentando all’Ue il progetto sulla vasca di prima pioggia che ha fruttato quasi mezzo milione per un nuovo intervento di grande attenzione verso l’ambiente. Quelli già realizzati sono numerosi e ugualmente importanti».

Conclude il coordinatore del progetto, Mauro Marini del Cnr di Ancona: «Il progetto Watercare, del Programma Interreg Italia-Croazia, rappresenta un’occasione molto importante per mettere a punto un sistema altamente innovativo di controllo delle acque di depurazione per migliorare la qualità delle acque di balneazione durante il periodo estivo».

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