DA FANO AD ANVERSA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantaquattresima puntata abbiamo il piacere di ospitare Simone Aguzzi, che dal 2022 vive ad Anversa in Belgio.

Ciao Simone, come mai ti sei trasferito all’estero e qual è la tua attività?
<Già 10 anni fa mi ero trasferito a Londra, vivendoci per 8, diciamo per una sfida con me stesso e anche perché da sempre attratto sia da quella città che da un’esperienza all’estero. Rientrato in Italia per un breve periodo, l’anno scorso ho poi accettato l’offerta della Dondup di Fossombrone di aprire un loro nuovo punto vendita, quello che in gergo chiamano flagship store, ad Anversa. Il mio ambito lavorativo è sempre stato il mercato premium-lusso nel retail, compresi i 4 anni londinesi con Prada>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?
<Abito in pieno centro ad Anversa, la capitale della moda belga. E’ una città molto carina, tipica medioevale, per dimensione simile a Bologna e piuttosto benestante. Del resto è considerata la capitale mondiale dei diamanti, oltre ad essere famosa per avere uno dei porti commerciali più grandi d’Europa>.

Cosa ti manca di Fano?
<Mi mancano soprattutto l’estate, il mare, il cibo, la famiglia e gli amici, anche se comunque riesco a tornare a Fano ogni due mesi>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<Ho trovato i belgi un popolo alquanto chiuso in se stesso, forse anche per ragioni storiche. Perciò per me non è stato facile fare amicizie, nonostante l’italiano sia sempre ben visto. Ho conosciuto però tante persone e pure clienti che parlano italiano, perché o hanno un business direttamente con l’Italia o hanno acquistato seconde case nel nostro Paese>.

C’è qualcosa che porteresti dal Belgio?
<Intanto porterei un po’ della squisita cioccolata belga! (ndr risata). Aggiungerei poi il loro sistema di piste ciclabili, assai simile a quelle olandesi, e l’uso diffusissimo che fanno della bici per spostarsi. Probabilmente anche il rispetto che hanno nel pagamento delle tasse, che in Italia come sappiamo bene non c’è. E invidio pure la loro apertura mentale nel divertirsi e svagarsi ad ogni età, senza bigottismi provinciali tipici magari di una realtà come Fano>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un belga?
<Sicuramente il centro storico ed i resti romani, il mare e le spiagge, il nostro entroterra, le colline, i tratti sottomonte: tutti paesaggi che loro purtroppo non hanno nelle vicinanze>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?
<Mi affascina lo stile e l’atmosfera medievale che caratterizza non solo Anversa, ma pure Bruxelles, Bruges, Gent. E sono suggestivi questi canali o corsi d’acqua che attraversano le città, sembra di essere a Venezia. Ho avuto inoltre la possibilità di visitare la vicinissima Olanda, ed ho apprezzato molto Amsterdam, Rotterdam ed Utrecht>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Come piatti tipici non abbiamo nulla da invidiare ai belgi, a parte la cioccolata, la birra e le patatine fritte. So che vanno un sacco anche le cozze, però non essendone io un amante non saprei proprio dare giudizio personale>.

Potrebbero interessarti anche...